Lucio Fontana a Milano

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Dal 21 settembre al 25 febbraio

ricostruiti “ambienti” lo spazio secondo Lucio Fontana

Hangar Bicocca

Via Chiese 2 – Milano-

Ormai la critica artistica è quasi concorde all’unanimità che i “tagli” di Lucio Fontana  poco hanno a che fare con il gesto istintivo, ma è una vera e propria operazione concettuale, ricordo quando lavoravo in bottega e fra le mani i suoi “tagli”la proiezione prospettica dell’incisione al di là della tela dimostrava i voler andare oltre… ed anche le suo opere materiche, ricordo un Cristo, forte, violento, contorto… allora è un’esperienza cristologica ed esistenziale il suo “taglio”‘?

andate a vedere l’installazione, dieci ambienti ricreati.

 

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Lettura folgorante-Momenti fatali-Stefan Zweig

momenti fatali

Momenti fatali è uno di quei libri che sempre mi passano fra le mani, lo acquistai anni fa e ne rimasi folgorata.

A seconda di ciò che accade nel mondo la mia mente ha un guizzo e vado a lui, quando i momenti della storia trascendono la cosiddetta “attualità”, difficile trovare un libro più bello,i passaggi che narra sono decisivi, fulminanti per la storia dell’umanità, i momenti stellari in cui l’apparente casualità determina il corso della storia, mai creatrice sempre, così come sempre un artista non è artista, nella vita nell’arte i momenti creativi sono rari. Necessita l’ispirazione.

Fra milioni di individui nati, forse ogni tanto spunta un genio così la storia inanella milioni di ore noiose finché appare l’ora stellare dell’umanità.. così è anche la nostra piccola vita di noi piccoli individui che inseguiamo piccoli pensieri, uno dietro  l’altro,sempre uguali,finché un giorno spunta un giorno diverso dopo tanti giorni forse anni uguali.

In questi giorni l’ho ripreso fra le mani in occasione del bicentenario, credo, della rivoluzione bolscevica, uno dei momenti fatali di questa superba lettura è proprio quello dedicato al Conte Lev Tolstoj, alla sua fuga, lui reputato il teorico della rivoluzione, vecchio, stanco, pieno di dubbi, supplicato di ritornare indietro per evitare il bagno di sangue che sarebbe seguito, lui no resta, e poiché le coincidenze tali non sono, se non un vialetto illuminato da seguire, la visione del film “Neruda” di Pablo Larrain,bellissimo e capovolto il lirismo del poliziotto di regime che lo insegue e la figura del sommo poeta, mi ha fatto rileggere,rileggere,ed ancora rileggere la miniatura su Tolstoj: dov’è la verità in queste rivoluzioni e capovolgimenti storici, ha ragione la serva che guarda Neruda e gli chiede:” ma dopo quando il comunismo sarà al potere saremo tutti come lei? (milionario e spostato ad un’aristocratica argentina)o come me, che pulisco cessi da quando avevo undici anni?”Oppure la verità è Tolstoj che morì in preda ai dubbi sul giusto o sull’iniquo, incapace di andare fino in fondo?

                                                 leggetelo leggetelo leggetelo

edwige

 

 

Sogni antichi e moderni- Pietro Citati- Recensioni-saggi-

libro

Ecco perché Il Padre Nostro è la mia preghiera preferita, perché mi restituisce sempre alla misura della vita, mi ridimensiona, mi placa:
capiamo che la nostra vita è di assoluto presente,attimo vissuto dopo attimo vissuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno e così via.
ognuno sufficiente a se stesso, concluso, santo…
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano” cosa c’è di più bello, commovente, finito, esaustivo, nulla…Sono bastati secoli di secolarizzazione per capovolgere irrimediabilmente questa idea, salvo visite periodiche allo psicoterapeuta che ormai sostituisce il Padre spirituale di ieri, così che l’effimero diviene non più condizione beata ma negativa.
Ed allora nulla servono più gli scritti di uno dei più incisivi Padri della Chiesa, Agostino, i nostri anni si disfano, dice, si disfano giorno dopo giorno quello che era non è più, quello che verrà non è ancora, cosa resta allora… resta ed ha significato quel momento fugace che esiste solo nell’istante in cui lo sperimentiamo. Cosa ci insegna, quindi, il Padre Nostro, che l’uomo nel suo corpo non possiede l’essere, che va, passa, ricorda, attende.
Questo corpo che cambia, con l’età, con gli anni, con le malattie; ma neanche il nostro cuore, la nostra anima ha stabilità: pensieri che vanno e vengono, si soffermano, vanno via, gli slanci che proviamo, i piaceri, i dolori, tutto è effimero. E la nostra mente? vuole e non vuole, ricorda, dimentica, ignora…
Ed allora la risposta laica che mi soggiunge è sempre quella, la sola che non mi ha mai abbandonato in queste tante vite che ho vissuto, di vivere fino in fondo, sempre, con coraggio, come se al fondo di questa strada ci fossero gli Dei ad aspettarmi.

EdwigeMormile

-I dolci di Pina- Crostata al cioccolato-

Buongiorno a tutti, ritorniamo a voi con una ricetta ricetta dolce dolce, mi sono nuovamente rivolta a Pina, che di una passione ne ha fatto un’attività, perché lei?

Perché Pina è riuscita a coniugare la passione con la ricerca e lo studio: i suoi dolci sembrano usciti dalle nostre cucine, non hanno perso la genuinità e l’aspetto delle torte delle nostre nonne.

Ma, perché C’è un ma, i passaggi, gli abbinamenti, le procedure, sono proprie di chi si aggiorna continuamente, e si mette al servizio dei maestri pasticceri per imparare sempre più.

Ecco qui di seguito una ricetta proprio per voi lettori di questo blog stravagante che viaggia tra un giardino storico, una potatura ed una ricetta!

Buon divertimento!

Edwige

Ciao Amici

Vi presento uno dei dolci che ritengo veramente molto gustoso …. Da un profumo inebriante …. e dal sapore cioccolattoso …. Un mix tra crema pasticciera ganache al cioccolato fondente e pasta frolla al cioccolato….. veramente una combinazione di sapori entusiasmanti.

Vediamo la ricetta della: “Crostata al cioccolato “

Iniziamo a preparare la pasta frolla al cacao

Ingredienti: 250 gr di burro, 250 gr di zucchero semolato, 2 uova (100 gr), 4 gr di sale, stecca di vaniglia, 10 gr di lievito in polvere, 400 gr di Farina 00, 80 gr di cacao amaro in polvere.

Lavorate bene il burro tagliato a pezzetti insieme allo zucchero, quindi aggiungetevi le uova, il sale ed un pizzico di vaniglia. Impastate bene fino ad ottenere un composto omogeneo.
Unite il lievito e la farina, setacciati insieme, e il cacao; quindi impastate bene il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo e compatto. Formate una palla e avvolgetela nella pellicola trasparente; quindi lasciatela riposare in frigorifero per un ora.

frolla-stampo

Nel frattempo prepariamo la crema pasticceria

Ingredienti: 340 gr di latte fresco, una buccia di limone fresco, 4 tuorli (circa 80 gr),  60 gr di zucchero semolato, 20 gr di amido di mais, 10 gr di farina di riso

Versate in un tegame il latte, le uova, lo zucchero, la buccia di limone. Aggiungere la farina, l’amico di mais e filtrare il tutto con un passino per evitare che si possano formare dei grumi. Fate cuocere mescolando con una frusta fino a far addensare la crema. Versate in una terrina, coprite con pellicola per alimenti a contatto e lasciate raffreddare.

crema-pasticcera

Per profumare la crema potete usare una scorza di limone ma anche bacca di vaniglia, cannella, in base ai vostri gusti. Io preferisco sempre i prodotti della mia campagna sono molto più naturali e profumati. Per aumentare il profumo della vostri dolci conservate la bacca di vaniglia e dopo l’uso fatela asciugare e frullatela insieme allo zucchero semolato lo rende ancora più profumato.

Passiamo ora a preparare la ganache al cioccolato

Portare a bollore 220 ml di panna fresca liquida aggiungere 300 gr di cioccolato fondente al 60% tritato finemente ed amalgamare con una frusta sino a quando la ganache non sarà ben emulsionata.

impasto-cioccolato

È possibile aromatizzare anche la ganache con la spezia che preferite. Un consiglio mettete la vostra spezia preferita come limoni, cannella in infusione  nella panna per una notte intera, così diventerà profumatissima.

Mescolare con una frusta elettrica la ganache e la crema, stendere la frolla in modo da formare un disco dello spessore di circa 3 mm, con la pasta avanzata ricavate delle strisce per la decorazione. Ricoprire la pasta frolla con la crema al cioccolato e disponetevi sopra delle strisce di pasta frolla.
In forno a 175 gradi per 35 minuti

frolla-cioccolato

crostata

crostata-finale

Un vero piacere dei sensi…. In fase di cottura la vostra casa sarà inondata da questo profumo di cioccolato che è veramente inebriante ….. Ottima da assaporare sia ancora tiepida … ma anche fredda quando la crema si sarà ben addensata….

Scrivetemi sulla mia pagina fb

https://www.facebook.com/iDolcidiPina/

per consigli ….  O per ordine sia questa crostata, ma anche tanti altri dolci, cioccolatini, torrone ….

Vi aspetto. Ciao da Pina

I libri che mi hanno cambiato la vita

Anche alle cinque del mattino  rientravo da ogni dove  c’era sempre qualcuno ad aspettarmi accanto al letto…amici che mi hanno consolata, aiutata, a volte, altre mi hanno dato delle risposte di più ampio respiro, sui perché dell’esistenza, sull’uomo e le sue piccolezze o sulle sue meravigliose grandezze.

Mai,ancora adesso, sempre di ritorno da ogni dove, nonostante la mia bimba di tre anni, mi addormento senza una paginetta, affinché sempre, la giornata non sia trascorsa invano.

Ecco i libri che mi sono stati più vicino e mi hanno formato come individuo (termine che non appartiene né all’uomo né alla donna)  e che tutti dovrebbero leggere per capire chi siamo in relazione agli altri, e a se stessi:

“La montagna incantata” di Paul Thomas Mann, per farci capire che i malati siamo noi, quelli che viviamo in fondo alla valle, non loro…

“I Buddenbrook”,sempre dello stesso autore, per farci ricordare sempre le nostre origini, da dove arriviamo e la storia della nostra famiglia, senza la quale non saremmo noi.

“Le Memorie di Adriano”, Marguerite Yourcenar,i barbari di ieri sono i romani di oggi, ed allora le nostre menti e i nostri cuori saranno aperti e prodighi verso chi arriva, disperato,da lontano.

“Il Gattopardo”, Tomasi Lanza di Lampedusa, tutto deve cambiare per tornare ad essere com’era, merita un’ampia riflessione sul nostro paese.

“Le memorie dal sottosuolo”,Fëdor Michajlovič Dostoevskij, per ricordarci che dobbiamo pensare, e non incanalarci come pecore, la nascente piccola borghesia dai “colletti bianchi”.

“La Nausea “Sartre…la  nausea per le cose in sé e per sé…che si riflettono inesorabilmente nell’esistenza dell’individuo, gettandolo in uno stato di prostrazione, anche qui le imbastiture borghesi e i loro involucri fatti di …”ismi”…

“Guerra e Pace”,Lev Nikolàevič Tolstòj, mi ha insegnato, come soleva spesso recitare, “non mentire mai a te stesso”, è il primo compito che ci dobbiamo.

“Fedro”,Platone, mi ha insegnato ad amare,o meglio, a riconoscere l’amore, meraviglioso il discorso delle due anime che si riconoscono e si cercano senza ricordarsi chi sono.

Ecco, tantissimi sono i libri che mi hanno allevata, e provo emozione a ricordarli, come se fossero creature ed angeli, ecco… come non ricordare, adesso che vi scrivo, le Elegie Duinesi di Rilke,” chi m’udrebbe, se pur urlassi tra le gerarchie celesti”… perdonate l’imprecisione, la cito a memoria…

Adesso sono mamma di una bimba piccola, e vorrei tanto trasmetterle tutto questo amore per i nostri amici immortali, poco per volta, piano piano, come faceva la mia nonna quando mi accompagnava al mercatino ad acquistare e scambiare in prestito i libri per la lettura settimanale.

Con il cuore

Edwige Mormile

-L’Invenzione dell’inverno -Adam Gopnik

inverno

L’inverno romantico, estremo, un lusso da ammirare ed assaporare da dietro un vetro, meglio se un pò appannato, in una stanza riscaldata, smette di essere una stagione buia, per trasformarsi in un gioco di intrecci, immaginazioni, l’inverno aspro con cui i romantici tedeschi identificavano lo spirito nordico – in contrapposizione al razionalismo illuminista – nel tempo ha ceduto il passo alle eleganti mollezze di quello ritratto dagli impressionisti.

Ma l’inverno da luogo a mollezze, a pensieri, indulgenti beviamo un buon vino, ascoltiamo, musica, inciampiamo su una cioccolata calda, ci attardiamo in un pranzo con amici, ci facciamo vincere dalla lentezza e dal… lertargo… come la natura insegna.

L’inverno oggetto di metafore e contrapposizioni è una declinazione moderna dell’animo: pronti ad accettare la vita per quello che è, la capacità di adattarci e di scorgere in essa sempre il positivo.

Mi spingo oltre ed immagino: forse la stagione della psicanalisi? Di un essere umano più risolto rispetto a prima? Sicuramente la grande capacità acquisita dall’uomo di vivere dal di dentro, in uno stretto contatto con se stesso, con le sue paure, le sue solitudini come stati ed opportunità.

Bellissimo ed emozionante,lo consiglio a chi vuole intraprendere un nuovo cammino e darsi delle possibilità.

la vostra psico-terra-peuta.

🙂