L’inverno romantico, estremo, un lusso da ammirare ed assaporare da dietro un vetro, meglio se un pò appannato, in una stanza riscaldata, smette di essere una stagione buia, per trasformarsi in un gioco di intrecci, immaginazioni, l’inverno aspro con cui i romantici tedeschi identificavano lo spirito nordico – in contrapposizione al razionalismo illuminista – nel tempo ha ceduto il passo alle eleganti mollezze di quello ritratto dagli impressionisti.
Ma l’inverno da luogo a mollezze, a pensieri, indulgenti beviamo un buon vino, ascoltiamo, musica, inciampiamo su una cioccolata calda, ci attardiamo in un pranzo con amici, ci facciamo vincere dalla lentezza e dal… lertargo… come la natura insegna.
L’inverno oggetto di metafore e contrapposizioni è una declinazione moderna dell’animo: pronti ad accettare la vita per quello che è, la capacità di adattarci e di scorgere in essa sempre il positivo.
Mi spingo oltre ed immagino: forse la stagione della psicanalisi? Di un essere umano più risolto rispetto a prima? Sicuramente la grande capacità acquisita dall’uomo di vivere dal di dentro, in uno stretto contatto con se stesso, con le sue paure, le sue solitudini come stati ed opportunità.
Bellissimo ed emozionante,lo consiglio a chi vuole intraprendere un nuovo cammino e darsi delle possibilità.
la vostra psico-terra-peuta.
🙂