Da convinta vegetariana ( non vegana 🙂 ) le mie visite dal verduriere sono frequenti.
Lui è lì, fiero, implacabile, nero, Brassica oleracea che per la sua rusticità e la bellezza delle foglie in questi mesi freddi è il re del giardino ed ospite fisso dei fruttivendoli: sto parlando del cavolo nero di Toscana.
Da lontano nell’orto ti osserva alto e dritto, coriaceo e gibboso, tanto che quando piove le goccioline rimangono sospese ladre di riflessi e colori, dandogli l’aspetto di un gioiello grezzo e non riuscito: riflessi tra il plumbeo il verde il nero, e, proprio per questo bellissimo da abbinare nell’orto con l’indaco della borragine per esempio, l’arancione delle calendule, mischiateli con gli altri cavoli, per la ricca varietà si prestano ad una collezione “botanica” e sono così belli.
Una bella siepe dal colore verde-grigio ( il mio preferito in giardino) risulta una quinta di grande effetto, sofisticata, col contrappunto dei nostri cavoli, a Natale sarà un quadro plein air.
Qualche cenno botanico: questa varietà di cavoli è il frutto di una selezione,o meglio, di una naturalizzazione di una specie selvatica, piantateli in una grossa buca ben drenata e concimata, ve ne sarà grato.