Anche alle cinque del mattino rientravo da ogni dove c’era sempre qualcuno ad aspettarmi accanto al letto…amici che mi hanno consolata, aiutata, a volte, altre mi hanno dato delle risposte di più ampio respiro, sui perché dell’esistenza, sull’uomo e le sue piccolezze o sulle sue meravigliose grandezze.
Mai,ancora adesso, sempre di ritorno da ogni dove, nonostante la mia bimba di tre anni, mi addormento senza una paginetta, affinché sempre, la giornata non sia trascorsa invano.
Ecco i libri che mi sono stati più vicino e mi hanno formato come individuo (termine che non appartiene né all’uomo né alla donna) e che tutti dovrebbero leggere per capire chi siamo in relazione agli altri, e a se stessi:
“La montagna incantata” di Paul Thomas Mann, per farci capire che i malati siamo noi, quelli che viviamo in fondo alla valle, non loro…
“I Buddenbrook”,sempre dello stesso autore, per farci ricordare sempre le nostre origini, da dove arriviamo e la storia della nostra famiglia, senza la quale non saremmo noi.
“Le Memorie di Adriano”, Marguerite Yourcenar,i barbari di ieri sono i romani di oggi, ed allora le nostre menti e i nostri cuori saranno aperti e prodighi verso chi arriva, disperato,da lontano.
“Il Gattopardo”, Tomasi Lanza di Lampedusa, tutto deve cambiare per tornare ad essere com’era, merita un’ampia riflessione sul nostro paese.
“Le memorie dal sottosuolo”,Fëdor Michajlovič Dostoevskij, per ricordarci che dobbiamo pensare, e non incanalarci come pecore, la nascente piccola borghesia dai “colletti bianchi”.
“La Nausea “Sartre…la nausea per le cose in sé e per sé…che si riflettono inesorabilmente nell’esistenza dell’individuo, gettandolo in uno stato di prostrazione, anche qui le imbastiture borghesi e i loro involucri fatti di …”ismi”…
“Guerra e Pace”,Lev Nikolàevič Tolstòj, mi ha insegnato, come soleva spesso recitare, “non mentire mai a te stesso”, è il primo compito che ci dobbiamo.
“Fedro”,Platone, mi ha insegnato ad amare,o meglio, a riconoscere l’amore, meraviglioso il discorso delle due anime che si riconoscono e si cercano senza ricordarsi chi sono.
Ecco, tantissimi sono i libri che mi hanno allevata, e provo emozione a ricordarli, come se fossero creature ed angeli, ecco… come non ricordare, adesso che vi scrivo, le Elegie Duinesi di Rilke,” chi m’udrebbe, se pur urlassi tra le gerarchie celesti”… perdonate l’imprecisione, la cito a memoria…
Adesso sono mamma di una bimba piccola, e vorrei tanto trasmetterle tutto questo amore per i nostri amici immortali, poco per volta, piano piano, come faceva la mia nonna quando mi accompagnava al mercatino ad acquistare e scambiare in prestito i libri per la lettura settimanale.
Con il cuore
Edwige Mormile