Ti consiglio un libro

Ravanello cosa fai?

di Emanuela Bussolati

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Racconta, con parole e immagini, come possiamo far nascere un piccolo ravanello. E si sa, si incomincia da un ravanello, per coltivare poi un intero orto.
Non si tratta solo di far crescere ortaggi, curare una piantina è molto di più. Significa parlare anche della provenienza del cibo e di come sia importante sceglierlo bene.

E ancora: coltivare una verdura è anche imparare ad avere pazienza, a sbagliare e ad esercitare il senso di responsabilità.

A cosa serve? Perché? Dove? Come si mangia? Come si fa? Ma soprattutto, cosa c’entra la luna con i ravanelli?
Quando avrete risolto questi dubbi, sarete pronti per seminarli.

E poi? Aspettare. Almeno 20 giorni.

Seminare, concimare, annaffiare e aspettare con trepida attesa la nascita di una timida piantina aiuta a “coltivare” la pazienza, a vivere imparando a conoscere i tempi della natura. A fine libro tante ricette per poter gustare e offrire i ravanelli raccolti.

 Età di lettura: da 4 anni.

Maria Grimaldi-Spazio ai bimbi-

MARIA GRIMALDI
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Nasce a Napoli, nel 1989, si Laurea in scienze dell’Educazione e ama definirsi volontaria di “strada”.
Successivamente si trasferisce in territorio Toscano dove inizia a collaborare con associazioni di spicco nazionale, quale Telefono Azzurro, curando molti laboratori negli Istituti Penitenziari , rivolti alla tutela di quei bambini di cui uno o entrambi i genitori sono detenuti.
Inoltre ha svolto ,in vari istituti scolastici, lezioni sulla Legalità. Tutto ciò nasce dalla consapevolezza che educare bene un bambino oggi significa avere una buona società del domani.
Da circa due anni si appassiona alla ricerca di nuovi metodi educativi, organizzando laboratori creativi domiciliari sul territorio Avellinese, dove attualmente risiede.
La sua filosofia di vita è:
“Gli adulti sono troppo seri per me. Non sanno ridere. Meglio scrivere per bambini, è l’unico modo per divertire anche me stessa”.

Lettura folgorante-Momenti fatali-Stefan Zweig

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Momenti fatali è uno di quei libri che sempre mi passano fra le mani, lo acquistai anni fa e ne rimasi folgorata.

A seconda di ciò che accade nel mondo la mia mente ha un guizzo e vado a lui, quando i momenti della storia trascendono la cosiddetta “attualità”, difficile trovare un libro più bello,i passaggi che narra sono decisivi, fulminanti per la storia dell’umanità, i momenti stellari in cui l’apparente casualità determina il corso della storia, mai creatrice sempre, così come sempre un artista non è artista, nella vita nell’arte i momenti creativi sono rari. Necessita l’ispirazione.

Fra milioni di individui nati, forse ogni tanto spunta un genio così la storia inanella milioni di ore noiose finché appare l’ora stellare dell’umanità.. così è anche la nostra piccola vita di noi piccoli individui che inseguiamo piccoli pensieri, uno dietro  l’altro,sempre uguali,finché un giorno spunta un giorno diverso dopo tanti giorni forse anni uguali.

In questi giorni l’ho ripreso fra le mani in occasione del bicentenario, credo, della rivoluzione bolscevica, uno dei momenti fatali di questa superba lettura è proprio quello dedicato al Conte Lev Tolstoj, alla sua fuga, lui reputato il teorico della rivoluzione, vecchio, stanco, pieno di dubbi, supplicato di ritornare indietro per evitare il bagno di sangue che sarebbe seguito, lui no resta, e poiché le coincidenze tali non sono, se non un vialetto illuminato da seguire, la visione del film “Neruda” di Pablo Larrain,bellissimo e capovolto il lirismo del poliziotto di regime che lo insegue e la figura del sommo poeta, mi ha fatto rileggere,rileggere,ed ancora rileggere la miniatura su Tolstoj: dov’è la verità in queste rivoluzioni e capovolgimenti storici, ha ragione la serva che guarda Neruda e gli chiede:” ma dopo quando il comunismo sarà al potere saremo tutti come lei? (milionario e spostato ad un’aristocratica argentina)o come me, che pulisco cessi da quando avevo undici anni?”Oppure la verità è Tolstoj che morì in preda ai dubbi sul giusto o sull’iniquo, incapace di andare fino in fondo?

                                                 leggetelo leggetelo leggetelo

edwige

 

 

Sogni antichi e moderni- Pietro Citati- Recensioni-saggi-

libro

Ecco perché Il Padre Nostro è la mia preghiera preferita, perché mi restituisce sempre alla misura della vita, mi ridimensiona, mi placa:
capiamo che la nostra vita è di assoluto presente,attimo vissuto dopo attimo vissuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno e così via.
ognuno sufficiente a se stesso, concluso, santo…
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano” cosa c’è di più bello, commovente, finito, esaustivo, nulla…Sono bastati secoli di secolarizzazione per capovolgere irrimediabilmente questa idea, salvo visite periodiche allo psicoterapeuta che ormai sostituisce il Padre spirituale di ieri, così che l’effimero diviene non più condizione beata ma negativa.
Ed allora nulla servono più gli scritti di uno dei più incisivi Padri della Chiesa, Agostino, i nostri anni si disfano, dice, si disfano giorno dopo giorno quello che era non è più, quello che verrà non è ancora, cosa resta allora… resta ed ha significato quel momento fugace che esiste solo nell’istante in cui lo sperimentiamo. Cosa ci insegna, quindi, il Padre Nostro, che l’uomo nel suo corpo non possiede l’essere, che va, passa, ricorda, attende.
Questo corpo che cambia, con l’età, con gli anni, con le malattie; ma neanche il nostro cuore, la nostra anima ha stabilità: pensieri che vanno e vengono, si soffermano, vanno via, gli slanci che proviamo, i piaceri, i dolori, tutto è effimero. E la nostra mente? vuole e non vuole, ricorda, dimentica, ignora…
Ed allora la risposta laica che mi soggiunge è sempre quella, la sola che non mi ha mai abbandonato in queste tante vite che ho vissuto, di vivere fino in fondo, sempre, con coraggio, come se al fondo di questa strada ci fossero gli Dei ad aspettarmi.

EdwigeMormile

I libri che mi hanno cambiato la vita

Anche alle cinque del mattino  rientravo da ogni dove  c’era sempre qualcuno ad aspettarmi accanto al letto…amici che mi hanno consolata, aiutata, a volte, altre mi hanno dato delle risposte di più ampio respiro, sui perché dell’esistenza, sull’uomo e le sue piccolezze o sulle sue meravigliose grandezze.

Mai,ancora adesso, sempre di ritorno da ogni dove, nonostante la mia bimba di tre anni, mi addormento senza una paginetta, affinché sempre, la giornata non sia trascorsa invano.

Ecco i libri che mi sono stati più vicino e mi hanno formato come individuo (termine che non appartiene né all’uomo né alla donna)  e che tutti dovrebbero leggere per capire chi siamo in relazione agli altri, e a se stessi:

“La montagna incantata” di Paul Thomas Mann, per farci capire che i malati siamo noi, quelli che viviamo in fondo alla valle, non loro…

“I Buddenbrook”,sempre dello stesso autore, per farci ricordare sempre le nostre origini, da dove arriviamo e la storia della nostra famiglia, senza la quale non saremmo noi.

“Le Memorie di Adriano”, Marguerite Yourcenar,i barbari di ieri sono i romani di oggi, ed allora le nostre menti e i nostri cuori saranno aperti e prodighi verso chi arriva, disperato,da lontano.

“Il Gattopardo”, Tomasi Lanza di Lampedusa, tutto deve cambiare per tornare ad essere com’era, merita un’ampia riflessione sul nostro paese.

“Le memorie dal sottosuolo”,Fëdor Michajlovič Dostoevskij, per ricordarci che dobbiamo pensare, e non incanalarci come pecore, la nascente piccola borghesia dai “colletti bianchi”.

“La Nausea “Sartre…la  nausea per le cose in sé e per sé…che si riflettono inesorabilmente nell’esistenza dell’individuo, gettandolo in uno stato di prostrazione, anche qui le imbastiture borghesi e i loro involucri fatti di …”ismi”…

“Guerra e Pace”,Lev Nikolàevič Tolstòj, mi ha insegnato, come soleva spesso recitare, “non mentire mai a te stesso”, è il primo compito che ci dobbiamo.

“Fedro”,Platone, mi ha insegnato ad amare,o meglio, a riconoscere l’amore, meraviglioso il discorso delle due anime che si riconoscono e si cercano senza ricordarsi chi sono.

Ecco, tantissimi sono i libri che mi hanno allevata, e provo emozione a ricordarli, come se fossero creature ed angeli, ecco… come non ricordare, adesso che vi scrivo, le Elegie Duinesi di Rilke,” chi m’udrebbe, se pur urlassi tra le gerarchie celesti”… perdonate l’imprecisione, la cito a memoria…

Adesso sono mamma di una bimba piccola, e vorrei tanto trasmetterle tutto questo amore per i nostri amici immortali, poco per volta, piano piano, come faceva la mia nonna quando mi accompagnava al mercatino ad acquistare e scambiare in prestito i libri per la lettura settimanale.

Con il cuore

Edwige Mormile

-L’Invenzione dell’inverno -Adam Gopnik

inverno

L’inverno romantico, estremo, un lusso da ammirare ed assaporare da dietro un vetro, meglio se un pò appannato, in una stanza riscaldata, smette di essere una stagione buia, per trasformarsi in un gioco di intrecci, immaginazioni, l’inverno aspro con cui i romantici tedeschi identificavano lo spirito nordico – in contrapposizione al razionalismo illuminista – nel tempo ha ceduto il passo alle eleganti mollezze di quello ritratto dagli impressionisti.

Ma l’inverno da luogo a mollezze, a pensieri, indulgenti beviamo un buon vino, ascoltiamo, musica, inciampiamo su una cioccolata calda, ci attardiamo in un pranzo con amici, ci facciamo vincere dalla lentezza e dal… lertargo… come la natura insegna.

L’inverno oggetto di metafore e contrapposizioni è una declinazione moderna dell’animo: pronti ad accettare la vita per quello che è, la capacità di adattarci e di scorgere in essa sempre il positivo.

Mi spingo oltre ed immagino: forse la stagione della psicanalisi? Di un essere umano più risolto rispetto a prima? Sicuramente la grande capacità acquisita dall’uomo di vivere dal di dentro, in uno stretto contatto con se stesso, con le sue paure, le sue solitudini come stati ed opportunità.

Bellissimo ed emozionante,lo consiglio a chi vuole intraprendere un nuovo cammino e darsi delle possibilità.

la vostra psico-terra-peuta.

🙂

Il viaggio oltre la metafora-Conrad-Il nero del Narciso-la linea d’ombra-

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Photographer by Massimo Berruti

Quando leggo Conrad,o il triestino Magris questo è quello che rimane, e va al di là della lettura, alberga in un senza tempo, quasi, l’acqua, il mare, nuvole dove adagiare i pensieri.

Non ho avuto un’educazione sentimentale al mare, sono nata in città, neanche in campagna, ma in città, però il mare mi restituisce sempre da quella frattura epica che l’esistenza con il suo buio, le sue urla, le sue angosce provoca…è una posizione in orizzontale, che placa e quieta, spesso penso al più grande libro che mai sia stato scritto sul mare..l’Odissea, mai sarebbe potuta essere scritta senza il mare, simbolo del passaggio attraverso la vita…e del “folle volo” il mare, il liquido amniotico a cui ritorniamo, per me non è sfida e confronto ai confini del mondo conosciuto, quello nostro mentale, ma il Gran Ritorno alla casa del Padre.

Edwige Mormile

La Confraternita dei Giardinieri- Andrea Wulf-

Una mattina sul terrazzo della mia bottega, trovai questo libro… non impacchettato ma visibilmente “regalato”, dono di una mia amica-cliente, prima cliente-amica….

Perchè così capita a chi è legato da un ossessione, l’ossessione per i giardini….Tutti coloro che mettono le mani nella terra lo dovrebbero leggere, nato dalla penna di Andrea Wulf, indiana di nascita, inglese di adozione, ha studiato storia del design al Royal College di Londra, è un saggio vero e proprio sui pionieri a cavallo del secolo legato dall’ossessione delle piante, sfidarono, traversate, insuccessi, pur di attuare una vera e propria rivoluzione botanica!

Non è di facile lettura, per la densità di informazioni, per i vari registri su cui su muove, ma è veramente accademico per cercare di capire cosa facciamo noi giardinieri tutti i giorni.

Ricchissimo di dati, storia, nomenclatura, ricostruisce tutti i transiti transoceanici per poter portare in Europa, prima in Gran Bretagna , quasi tutte le specie fino ad oggi conosciute, trasformando la Gran Bretagna, e gli inglesi in quel popolo all’avanguardia, ancora oggi riferimento nell’arte dei giardini.

Imperdibile!

La Confraternita dei Giardinieri

Andrea Wulf

                                                               Saggi Ponte Delle Graziela confraternita dei giardinieri

Muso di Volpe- Anton Cechov-

E’ terminata la settimana, è tempo di gite, di mare, di campagna, ed allora ho pensato di suggerirvi un insuperabile raccolta di racconti del grande Anton Cechov, porta il titolo del racconto più noto, ma gli altri vi addolciranno e a volte commuoveranno.

La natura mai potrà prescindere dagli animali, dai bambini…

Qui troverete una cagnetta “kashanka” muso di volpe,appunto, o il piccolo Vanka, e tanti altri, si inseguono bambini, animali,adulti, sullo sfondo la quotidianità della Russia come un affresco che dipinge un epoca, altre volte tragica, altre comica, altre commovente.

Racconti che si snocciolano e volano via per la leggiadria della scrittura e della sua forza evocativa.

Buon fine settimana

🙂

Anton Cechov

Muso di Volpe

Ponzelli editore

Illustrazioni Tatjana Hauptmanmuso di volpe

Amos Oz- D’un tratto nel folto del bosco-

d'un tratto nel folto

Ho sempre amato i libri che narrano di animali, di bambini…poi quando a questo si unisce il bosco il gioco è fatto: il bosco in questo libro onirico e altrove è una cornice così silenziosa e così presente, il bosco che è legato a quanto più di femminino alberga negli individui: l’elemento femminile materno a cui tutti torniamo… e mai così lo si percepisce in questo meraviglioso racconto; siamo in un villaggio senza nome, forse innominabile, un villaggio che ha un’altra caratteristica, il silenzio, il silenzio degli animali, perchè loro,protagonisti e grandi assenti, non si sa cosa sia successo , ma a d’un tratto sono spariti, l’unica loro presenza le tracce della loro misteriosa scomparsa, ed allora una maestra racconta in una classe com’è fatto un orso …i bambini in tutta la loro vita non hanno mai visto un animale, e la straripante fantasia dei bambini trionfa: le scarpe di Nimi la notte si trasformano in due istrici! e così via.

Ma come tutte le favole, perché non è una fiaba, ha la sua struggente morale, la morale degli animali che tutto insegnano agli uomini, con il loro linguaggio  universale ed accogliente, diverso dal silenzio irritato degli adulti-uomini che mai hanno il coraggio di raccontare ai bambini;che tutto capiscono, la verità.

Ho letto questo libro un paio di volte nella mia vita, sono sempre dell’idea che i libri si iterano, la seconda quando è nata mia figlia… illuminante!

(l’mmagine che ho scelto non rispecchia la copertina del libro.. ma la sua chiave di lettura)

Amos Oz

D’un tratto nel folto del bosco

Feltrinelli