-Tra le braccia del Tempo- Suzanne Maier-Narrativa Casa Editrice Kimerik-

Come un gioco di matrioske si snocciola questo romanzo: si apre con una narrazione biografica, le vicende dell’industriale tedesco Kurt Maier, per poi bambola dopo bambola, personaggi, epoche, si inseguono.

La struttura narrativa  è tipica ad anello:  1938,una famiglia borghese tedesca, in vacanza a Cap d’Antibes, sullo sfondo un Europa apparentemente spensierata e già foriera di presagi, degli adolescenti, dei genitori,ma le vicende repentinamente mutano come tutti sappiamo, e i muri che si alzano non sono solo geografici ma anche umani…

Kurt poco più che diciassettenne si ritrova nel mezzo di un conflitto mondiale, idealista e puro “diventa un nazista”: piange e si dispera per l’allontanamento del mentore il Professore Ariel…secondo le leggi razziali, erige un muro sentimentale di distacco con la madre votata al partito, con grande dolore, e parte per il servizio militare…

A questo punto che cosa vuole dirci l’autore?

Nel campo di addestramento una biblioteca, un sottufficiale nazista che la presiede, incontri notturni…

Kurt riesce ad isolarsi e sopravvivere alla follia umana grazie al suo incontro con Albert…parlano di libri, li leggono, cercano quelli messi all’indice, si tengono lontano dai guai, commilitoni e chiacchiere di donne, di sesso, sigarette fumate incessantemente, e, così, trascorre la notte dei due soldati…

Albert, il deus ex machina, ci porta in altre epoche, leggende, frati, regine…altri tempi…

Articolato e fluido questo romanzo sembra volerci dire qualcosa…forse la cultura ci potrà mettere al riparo dai folli ?…quasi sempre fortemente ignoranti e per questo assai pericolosi.

 

di Suzanne Maier

ISBN: 978-88-9375-353-1

Formato: Rilegato

Genere: Narrativa

Collana: Kimera

Anno: 2017

Pagine: 488

Disponibile anche in formato e-book

Taccuini- Anna Soror- Marguerite Yourcenar-

Dopo Le Memoires ci si sarebbe aspettato Zénon e L’Opera al nero, l’altra faccia della medaglia di Adriano, azzardo…ma è di un gioiellino che vi voglio raccontare: Anna Soror è anch’essa un’opera della giovinezza ma appartiene al cuore di Marguerite, e devo dire anche al mio…abbozzata tra i diciotto e ventitré anni come quasi tutta l’opera omnia: assistiamo con la Yuourcenar ad una seduta psicoanalitica che dura tutta la sua vita, le sue opere germinano e si abbozzano nel momento di maggior cuore, emozione, erudizione,poi, la vita, la guerra, i viaggi, le esperienze, gli studi, gli amori, sedimentano, obliano, decantano,

lì ,apparentemente dimenticati,i preziosi manoscritti.

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Quando quest’immensa piccola donna, come amo definirla, li riprende in mano è il momento perfetto, l’esperienza debordante ha dettato i confini, ha eliminato le ombre del pensiero, ha tolto il superfluo e ha pensato se stessa.

Così Anna Soror

Un atto volontario di incesto fra un fratello Miguel e sua sorella Anna, in una Napoli cinquecentesca, buia e controriformista, un padre, Don Alvaro governatore della città, ed una madre, Donna Valentina.

Le stesse qualità isolano e nutrono i due fratelli, la stessa vertigine esistenziale, inginocchiati ai piedi di Donna Valentina, dietro le spesse mura

di Castel Sant’ Elmo, la madre legge, loro s’imbevono di Piètas, di anima, di spirito.

Si ritrovano anime affini unite dallo stesso amore, dalla felicità di respirare la stessa aria e l’effetto che le letture hanno su di loro.

Solo lo svolgersi tragico e precipitoso degli eventi porterà Miguel al senso del prezzo da pagare in una direzione opposta ad Anna, la quale, vecchia, in convento, sempre coniugherà senza alcun dubbio il suo amore per Miguel e la sua fede in Dio.

Quando lessi per la prima volta Anna Soror queste centinaia di pagine mi rapirono e volli ripercorrere il sentiero di Marguerite, come una pellegrina…

cercai tutto quello che potevo da leggere: “Peccato che fosse una puttana” del grande drammaturgo elisabettiano John Ford, due cuori puri sullo sfondo delle atrocità umane…meravigliosa la scenda d’amore, ineluttabile e tragica: i due fratelli in ginocchio uno di fronte all’altro:” you are my brother, Giovanni” ” and you are my sister Annabella”…qui Anna e Miguel…sono proprio loro.

Ed ancora in Thomas Mann” Sangue welsungo” lì le letture della Controriforma, qui Wagner, potente, trasgressivo, il fascino irresistibile della violazione delle norme.

La bibliografia è lunga… e ho ripercorso le sue vestigia, ma una l’ ho azzardata..come non ricordare il mito Mirra e Cinira? Le Metamorfosi di Ovidio qui ci fanno piangere dall’emozione: e proprio le sue lacrime profumate hanno accompagnato le fantasie di noi adolescenti.

In quest’opera meravigliosa coinvolgente troviamo il romanziere, la perdita totale dentro ogni personaggio, con la veemenza dell’immaginazione, l’unione dei due corpi avviene in venerdì Santo, cosa c’è di più sacro e sacrilego?

Solamente l’incesto, ieri come oggi, rimane inconfessabile, impossibile, cieco, come cieca era Donna Valentina o solo bendata… forse.

Leggetelo è bellissimo così forte da far commuovere per la sua purezza, nonostante.

 

Camilla e la fattoria del Sole-Irene Lucia Quarta- Casa editrice Kimerik-narrativa-

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“Mamma mi leggi Camilla stasera?”, e perfino addormentata, “una paginetta mamma”… scorrevole luminoso come una giornata in campagna questo, libretto è veramente gradevole.

Camilla è una piccola Pippi Calzelunghe della nostra epoca irriverente, vivace, autonoma, vive in campagna e le sue amichette sono le pecorelle che ama mungere da sola, perché lei è capace, ama mangiare ciliegie e perdersi fra i campi fin al calar del sole.

E’ proprio Sole si chiama la fattoria della famiglia Roseto dove Camilla abita.

Ma giunge il momento della scuola, come farà Camilla? lei bimba abituata alla libertà ai suoi animali? neanche il fratello Giorgio solerte studioso riesce a sedurla con l’amore per i libri e la curiosità di imparare…

Ma Camilla, bimba intelligente e dalla curiosità vivace, ci stupirà!

Perché leggerlo?

perché la narrazione è semplice come semplici sono i suoi insegnamenti, è chiaro, comprensibile, tanto da incuriosire una bimba di quattro anni.

di Irene Lucia Quarta

ISBN: 978-88-9375-108-7

Formato: Rilegato

Genere: Libri per bambini

Collana: Pikkoli

Anno: 2017

Pagine: 72

Disponibile anche in formato e-book

Taccuini-Le Memorie di Adriano-

Avevo promesso che per Natale avrei recensito l’Opera Omnia di Marguerite Yourcenar, cominciando proprio dalle Memoires…poi ho pensato che mi sarebbe piaciuto iniziare dal cuore delle Memorie, dall’inizio… “Quando gli dei non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marc’Aurelio, c’è stato un momento in cui è esistito l’uomo, solo.”(Flaubert) qui in questa frase ebbe tutto inizio, quello che portò un’intera vita a cercare di definire quest’ uomo.Pochi sanno che La Yourcenar aveva vent’anni, era il 1924, quando diede inizio ed oblio a questo. Dobbiamo arrivare al 1948…

Che scoraggiamento, quasi indifferenza, l’impossibile, vergogna, per aver potuto tentare un’impresa simile, la stessa che provo io a parlare di lei, questa piccola donna immensa che parlava e scriveva in latino e greco antico all’età di sei anni, a volte quando riprendo in mano i suoi libri, mi pare di scorgerla a Mount Desert, che impasta e inforna il pane mentre elabora vecchi manoscritti, insieme alla cara G.F. curatrice e hospes comesque di tutta la vita. Per anni ho avuto il rimpianto di non poter correre da lei e conoscerla affinché potessi vedere la vita col suo cuore e la sua mente:” ad occhi aperti”, ed allora come un archeologo tentai di conoscerla,leggendo quello che aveva letto, proprio come fece lei: ricostruì la biblioteca di Adriano, come un filologo, un archeologo, un filosofo,un’amante…Ma non basta: mattinate intere a Villa Adriana, i mari della Grecia percorsi in ogni dove, l’Asia Minore, fino ad allontanare i ricordi  al II sec.

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Le statue immote e testimoni di un tempo che non c’è più.

Ed allora la consapevolezza che ci sono libri che non si dovrebbero osare fino a dopo i quarant’anni, era troppo giovane, si rischia di sottovalutare o sopravalutare l’esistenza: un’unica frase rimase di quegli anni giovanili:” Incomincio a scorgere il profilo della mia morte”. Tutto.

Il progetto fu abbandonato e quelle poche frasi lasciate in Europa, rimasero con sé solo una carta dell’impero romano e una maschera di Antinoo.

Ma la frattura era necessaria, la notte dell’anima che la separava dall’Imperatore.

Finalmente nel 1948  dalla Svizzera le giunse una valigia piena zeppa di manoscritti, lettere, di persone obliate, morte, finché tra le mani cinque fogli dattiloscritti, ” Mio caro Marco…” di quale amico era? non ricordava neanche il nome…ci volle un pò per capire che si trattava di Marco Aurelio, fu quello il momento in cui a tutti i costi decise di scrivere “quel” libro.Quella notte stessa nella sua casa di Mount Desert, riaprì i due volumi Dione Cassio e la Historia Augusta, e lei che fino ad allora aveva pensato al letterato, al poeta, al viaggiatore, intravvide il Princeps, il ritratto di un uomo quasi saggio.

Come una statua prende corpo sotto le dita dell’artista così l’Imperatore incominciava a vivere di vita propria:con un piede nell’erudizione l’altro nella magia, possiamo immaginare, leggendo, anche di udire il timbro della sua voce, scritto in prima persona proprio per annullare intermediari, compresa la Yourcenar, il romanzo storico è zeppo di zone d’ombra di mura crollate, quelle della memoria, ma quale memoria? Lei fece in modo che le lacune della memoria coincidessero con le dimenticanze stesse di Adriano.

E questa piccola ed immensa donna dettò le regole del gioco: imparare tutto, leggere tutto,informarsi su tutto, loro uomini del II secolo come noi: sgranocchiavano olive, bevevano vino, miele, lottavano con il vento con la pioggia e cercavano ombra e refrigerio sotto i platani, vivevano e morivano proprio come noi.

Sicuramente Adriano fu ricostruito dal di dentro con grande cautela e timore, prova fremiti e frizioni che sono propri di un uomo moderno, una figura proto-cristiana? Chi può dirlo, però sarebbe plausibile, come piacerebbe a Marguerite, Cristo è giunto anche se non era ancora…

Non so se sono riuscita a trasmettere la grandezza che presiede a questo testo, provo sempre una grande emozione prima a leggerlo e rileggerlo e rileggerlo ancora, a scrivere ancora di più.

Chiedo ancora scusa se il periodare risulta essere non proprio fluido come sempre, ma è un’impresa affrontarlo.

Mi piacerebbe immaginare di aver contribuito, per coloro che si chiedono perché è così grande citare la Yourcenar, o perché le Memoires è un testo di riferimento per la classicità, e perché Marguerite Yourcenar è posta fra i grandi di Francia?

L’opera per i bambini-Il flauto magico- W.A.Mozart- edizioni Hachette-in Edicola!

Era tempo che aspettavo che uscisse in edicola o presso qualche libraio l’opera per i bambini, finalmente!

In edicola è in corso una collezione, la prima uscita è stata “Cenerentola di Rossini” ora è la volta del “Pifferaio magico ” di Mozart.

Sono bellissimi, corredati di cd, la fiaba illustrata, e dei giochi a piè pagina. Le illustrazioni sono bellissime, e noi la leggiamo mentre in sottofondo scorrono le arie più belle dell’opera, al termine compiliamo i giochi.

i bambini sensibilizzati ed educati alla musica, sviluppano maggiormente le facoltà di apprendimento, e non in ultimo l’animo si affina…saranno adulti migliori.

non perdete questa occasione, si trasformano in bei momenti anche di condivisione.

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Uomini di vetro -Renato Colecchia- Edizioni Kimerik- recensioni-

Tre generazioni a confronto, uomini e donne, una piccola bottega che a cavallo di cent’anni diviene un’azienda, uomini lavoratori indefessi, retti ed integerrimi, donne multitasking, quelle di una volta: mai un lamento, sempre sorridenti ed accoglienti genitrici del mondo, la prima auto, una fiat 1400, le vacanze a Rimini nello stesso albergo, quello di sempre.

Ma le cose mutano, muta la vita, e bisogna accorgersene, i figli non sono sono nostri, appartengono all’esistenza, hanno pensieri propri, desideri ed aspirazioni proprie,inclinazioni diverse… ed allora tutto precipita, si perdono i confini della realtà, tutto si slabbra.

Intriso di buoni sentimenti, un inno alla famiglia e a ciò che lasciamo dietro di noi…

uomini di vetro

Uomini di vetro

Renato Colecchia

Editore: Kimerik
Collana: Kimera
Anno edizione:2017
Pagine:214 p., Rilegato
  • EAN: 9788893750295

Le favole di Leo Lionni- edizioni Babalibri-

Non finirò mai di ringraziare la mia amica Marilena,mamma e insegnante perfetta, di quelle che tutte desidereremmo per i nostri piccoli,  per avermi fatto conoscere questo artista che volò nel più profondo dell’anima e dei cuori dei bambini.

lumache

Complice un compleanno di mia figlia, “cosa porto a Penelope ?”,-“libri per favore, libri…”-

E così prima io a raccontargliele la sera, e poi lei a rimanere incantata e incuriosita, le illustrazioni che sembrano scappate da una mostra di arte moderna, i colori, evocativi ed onirici, i contenuti, finalmente non ci sono principi o principesse ma animaletti, oggetti, astrazioni animati e pensanti: e così si capisce il valore della diversità, dell’unicità, Guizzino, della solidarietà: insieme, uniti, si sconfiggono i mostri, o l’immaginazione e creatività del topino Federico…che sconfigge tutto, pensate quando la leggevo a mia figlia mi è tornato in mente il film “la vita è bella” e non aggiungo altro perché dovete farne esperienza…ho raggruppato un pò di titoli uno più commovente e poetico dell’altro.

Grazie Leo Lionni!

libri leo lionni

«Di tutte le domande che mi sono state rivolte come autore di libri per bambini, la più frequente senza dubbio è: “come vengono le idee?”…

…”Talvolta, dall’infinito flusso della nostra fantasia, all’improvviso emerge qualcosa di inaspettato che, per quanto vago possa essere, sembra contenere una forma, un significato e, più importante, un’irresistibile carica poetica. Il senso di fulmineo riconoscimento grazie al quale trasciniamo questa immagine fino alla piena consapevolezza, rappresenta l’impulso iniziale di tutti gli atti creativi… Altre volte, devo ammetterlo, la creazione di un libro si trova nell’improvvisa e inspiegabile voglia di disegnare un certo tipo di coccodrillo.»

pesce

L’ultimo dipinto-Mirko Vecchio-Narrativa-recensioni-Casa editrice Kimerik-

Edonista e narcisistico è il respiro che apre il libro: un adolescente bellissimo e mascherato, una coppia di genitori consumati dalla vita, troppo assenti e concentrati su se stessi, dimentichi del ruolo e del mestiere di genitori, una casa di periferia, e maschere su maschere che si accavallano, ma proprio quando c’è la “maschera” c’è qualcosa da mascherare, da celare, per timidezza, per paura, per fragilità.

Il filo della narrazione si svolge, veloce, incalzante, vivido, le maschere incominciano a cadere, i personaggi rimangono nudi e prendono forma, si redimono, si trovano.

Un “agnus dei” permette a tutti di liberarsi, di trovare pace, non sarebbe possibile senza l’agnello sacrificale, trovare la via d’uscita nella vita…

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Perché  leggerlo?

E’ un bellissimo romanzo per adolescenti, che non “vedono” ancora, è indicato per i genitori, spessissimo non solo assenti ma molesti, che non dimenticano per un attimo se stessi, quanti ne conosciamo…fluida la narrazione, ha l’eco di un diario pensato ad alta voce e narrato al proprio cuore.

di Mirko Vecchio

ISBN: 978-88-9375-205-3

Formato: Rilegato

Genere: Narrativa

Collana: Kimera

Anno: 2017

Pagine: 198

Disponibile anche in formato e-book

I pupazzi da colorare e montare-le fate-Djeco-

Si colorano, montano, sono snodabili, a metà fra burattini e pupazzi, con chiodini a testa laterale.

Noi abbiamo scelto le fate, e abbiamo privilegiato le matite acquerellate, delicate per le fatine.

Ne abbiamo montata una per farvela vedere bellissima! una giapponesina!

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scheda da montare e colorare come più vi aggrada.

fata da colorare

fatina montata da colorare

fatina colorata

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bellissime… buon divertimento 😉

Il resto del mondo-Moreno Berva- recensioni-edizioni Kimerik-

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Incominciare a leggere un libro ed essere catturati da un periodare fluido e articolato, conformato ad una struttura ipotattica, con una ricerca del vocabolario pertinente e ricca questo è quello  a cui ci si affaccia in ” Il resto del mondo”: si corre il rischio di essere distratti dalla sintassi corretta, raro oramai negli autori, e perdere di vista l’oggetto/soggetto: che cos’è il mondo?…un’entità a sé stante o un organismo di più parti, e quali sono queste parti? fisiologiche, psicologiche, geografiche o semplicemente … umane? quali sono i mezzi per arrivare ad una risposta, e se invece non cercassimo una risposta bensì interrogativi speculativi? Ed allora possiamo indagare di fronte ad un caffè, ad un aperitivo, fra amici al bar, e la memoria collettiva veloce corre ad un quadro impressionista di Renoir quando si voleva e pensava di cambiarlo il mondo…e con la maieutiké, ampliare la conoscenza …che più cresce e più si allontana…è così tanto ciò che non conosciamo…e se il mondo fosse solo costituito dagli uomini? che come una sorta di monadi, unici ed indivisibili che a volte interagiscono e comunicano fra loro? “Il mondo è uomo”, recita Elzeviriano, i valori stessi sono assunti come vecchi Dei dell’Olimpo ad un’esistenza data dall’uomo stesso che rielegge una sorta di politeismo psicologico.

Perché leggerlo:

Un esercizio estetico sicuramente, sia per le tavole pittoriche inserite di Pano Parini, che conferiscono al testo raffinatezza d’immagine, sia per l’eleganza della scrittura.

Per imparare attraverso un allenamento a vedere noi stessi e la realtà da un cannocchiale rovesciato, solo così non perdiamo i margini ed i confini, come piace tanto oggi affermare ” la globalità dell’insieme”.

Perché i personaggi che incontriamo sono al limite del surreale, ci piacciono, ci fanno sorridere “sotto i baffi”.

Bella lettura!

di Moreno Berva

ISBN: 978-88-9375-320-3

Formato: Rilegato

Genere: Narrativa

Collana: Kimera

Anno: 2017

Pagine: 280

Disponibile anche in formato e-book

Prezzo: € 25,00