Dopo Le Memoires ci si sarebbe aspettato Zénon e L’Opera al nero, l’altra faccia della medaglia di Adriano, azzardo…ma è di un gioiellino che vi voglio raccontare: Anna Soror è anch’essa un’opera della giovinezza ma appartiene al cuore di Marguerite, e devo dire anche al mio…abbozzata tra i diciotto e ventitré anni come quasi tutta l’opera omnia: assistiamo con la Yuourcenar ad una seduta psicoanalitica che dura tutta la sua vita, le sue opere germinano e si abbozzano nel momento di maggior cuore, emozione, erudizione,poi, la vita, la guerra, i viaggi, le esperienze, gli studi, gli amori, sedimentano, obliano, decantano,
lì ,apparentemente dimenticati,i preziosi manoscritti.
Quando quest’immensa piccola donna, come amo definirla, li riprende in mano è il momento perfetto, l’esperienza debordante ha dettato i confini, ha eliminato le ombre del pensiero, ha tolto il superfluo e ha pensato se stessa.
Così Anna Soror
Un atto volontario di incesto fra un fratello Miguel e sua sorella Anna, in una Napoli cinquecentesca, buia e controriformista, un padre, Don Alvaro governatore della città, ed una madre, Donna Valentina.
Le stesse qualità isolano e nutrono i due fratelli, la stessa vertigine esistenziale, inginocchiati ai piedi di Donna Valentina, dietro le spesse mura
di Castel Sant’ Elmo, la madre legge, loro s’imbevono di Piètas, di anima, di spirito.
Si ritrovano anime affini unite dallo stesso amore, dalla felicità di respirare la stessa aria e l’effetto che le letture hanno su di loro.
Solo lo svolgersi tragico e precipitoso degli eventi porterà Miguel al senso del prezzo da pagare in una direzione opposta ad Anna, la quale, vecchia, in convento, sempre coniugherà senza alcun dubbio il suo amore per Miguel e la sua fede in Dio.
Quando lessi per la prima volta Anna Soror queste centinaia di pagine mi rapirono e volli ripercorrere il sentiero di Marguerite, come una pellegrina…
cercai tutto quello che potevo da leggere: “Peccato che fosse una puttana” del grande drammaturgo elisabettiano John Ford, due cuori puri sullo sfondo delle atrocità umane…meravigliosa la scenda d’amore, ineluttabile e tragica: i due fratelli in ginocchio uno di fronte all’altro:” you are my brother, Giovanni” ” and you are my sister Annabella”…qui Anna e Miguel…sono proprio loro.
Ed ancora in Thomas Mann” Sangue welsungo” lì le letture della Controriforma, qui Wagner, potente, trasgressivo, il fascino irresistibile della violazione delle norme.
La bibliografia è lunga… e ho ripercorso le sue vestigia, ma una l’ ho azzardata..come non ricordare il mito Mirra e Cinira? Le Metamorfosi di Ovidio qui ci fanno piangere dall’emozione: e proprio le sue lacrime profumate hanno accompagnato le fantasie di noi adolescenti.
In quest’opera meravigliosa coinvolgente troviamo il romanziere, la perdita totale dentro ogni personaggio, con la veemenza dell’immaginazione, l’unione dei due corpi avviene in venerdì Santo, cosa c’è di più sacro e sacrilego?
Solamente l’incesto, ieri come oggi, rimane inconfessabile, impossibile, cieco, come cieca era Donna Valentina o solo bendata… forse.
Leggetelo è bellissimo così forte da far commuovere per la sua purezza, nonostante.