La Bellezza,forse, ci salverà…forse – Il Parco Pubblico –

torino 1

E’ così “normale” per noi passeggiare in un parco pubblico, entriamo,usciamo, sostiamo,mangiamo,beviamo,giochiamo,ci baciamo, ci teniamo per mano,portiamo i nostri bambini…

torino3

Ma è relativamente breve il tempo in cui ciò è stato possibile, ossia la “ creazioni dei parchi pubblici,” o meglio il loro accesso al popolo è recente: prima la Francia a fine del ‘700 e poi la democratica Inghilterra a metà del XIX sec.

Procediamo con ordine: i Parchi prima di tale data erano appannaggio e proprietà del Clero e dell’ Artistocrazia, con i disordini continui e le pressioni sociali, prima, e con la confisca dei beni,  dopo, furono resi pubblici.

torino2

Una sorta di Illuminismo e Modernismo insieme rese questo progetto all’avanguardia :il parco restituiva una sorta d’immagine, illusoria, di armonia sociale, si sperava che il divertimento, lo svago, il relax all’aria aperta, la frequentazione del bello, costituisse una strategia allo sfogo delle tensioni della vita quotidiana, un antidoto antirivoluzionario! (Già Re Sole apriva le porte di VERSAILLES una volta al mese al popolo, potevano visitarla,viverla, mangiare portandosi i panieri, unica, conditio  sine qua non, era l’igiene! Ebbene sì dovevano giungere puliti,lindi e pinti!)

Parigi è stata una delle prime città europee ad offrire il verde ai propri cittadini, le Tuileries, tenendo sempre presente un’esigenza di controllo sanitario e sociale della crescita urbana,ma solo a Londra,più tardi,assume una forte connotazione sociale, una specie di riscatto per le classi più deboli, i giardini urbani diventano zone in cui creare,favorendo l’incontro fra classi sociali differenti, dei codici di comportamento,assimilati dal proletariato specchiandosi nella borghesia nascente , che a sua volta, li aveva mutuati dall’aristocrazia: affascinante il termine abusato “ snob” che altro non è che la contratio di sine nobilitate: ovvero le classi ricche emergenti,borghesi , professionisti e commercianti che emulavano  l’aristocrazia … ma senza appunto nobiltà!

Affascinante come il paesaggio e la sua storia sia uno specchio sociale, economico, così che i nostri “abusati” parchi già alla loro nascita costituivano uno scenario teatrale, animato da marionette che si scimmiottavano a vicenda.

Ora come ora è difficile, verificare se la bontà di questo progetto nato qualche secolo fa ed estremamente innovativo ha funzionato … passeggiamo  nei nostri bellissimi parchi e per terra ci sono bottiglie di plastica, mozziconi di sigaretta, a volte siringhe, carte e cartacce, bottiglie di vetro…

Mha !!! Che dire! Il Parco privato, diventato pubblico ,voleva proprio l’opposto: educare al bello, pensando già allora che la bellezza era l’unica via di scampo alla barbaria!

La vostra psico-terra-peuta

edwigemormile

:)

Ars topiaria e giardini all ’Italiana

villa lante

Conosciuta già presso i romani  la troviamo ampiamente trattata nei compendi latini, tanto da desumere che il termine topiarius era riferito al giardiniere, trattasi della potatura di arbusti in modo artistico, o ripercorrendo sagome zoomorfe, o geometriche, indiscutibile è la precisione, la manutenzione.

villa lante 2

Personalmente quasi mai progettando un giardino o un terrazzo non propongo bossi potati a sfera, o in vaso o in piena terra, sono eleganti, perfetti…. come sono solita dire…”per adagiare pensieri”… i nostri giardini all’Italiana fin dal Rinascimento hanno dettato regole in merito, gli stessi labirinti, di cui abbiamo già detto, sono meravigliose opere d’arte di bossi, tassi, potati con sagome geometriche, o ellittiche.

Certo è che non sono adatti alle correnti scelte a bassa manutenzione, equazione per dire “voglio il giardino, ma non ho competenze, non ho tempo e non ho denaro!

Ars topiaria

Sicuramente  costituisce, quest’arte, la quintessenza del giardino, l’italianità classica sta tutta in quelle aiuole squadrate che troverete per esempio a Villa Lante, Viterbo, superba nella sua proporzione tra elementi architettonici e giardino, troverete sedute, sparpagliate in diciotto ettari di parco, per facilitare la passeggiata ma anche per adagiare i pensieri, fontane in piperino, sculture grottesche,ed anche un piccolo e rassicurante labirinto di fronte al palazzo.

Non è uno schiamazzo di colori, ma sono i verdi in tutte le loro declinazioni a farla da padroni, è il rigore di un giardino che non ricorre ai tripudi floreali, che così tanto piacciono…oggi…

Ars topiaria

Elegantissima e rasserenante, dove l’armonia regna grazie all’impegno di una manutenzione puntuale.

Ve la segnalo per un percorso turistico fuori dall’usuale, cultura “alta”in un segno di distinzione che privilegia l’esempio di un’arte veramente tutta italiana.

La vostra psi-terra-peuta

:)

edwigemormile.com

Labirinti….irrazionali e Misteriosi-Napoliflash24-

labirinto

Parlare, o meglio, scrivere di labirinti, non è semplice, di per sé complicata è proprio la tematica, li conosciamo, ci affascinano, da millenni popolano prima il mito, poi la storia, ed in seguito la metafisica degli psicologi, ma cosa sono?

Iniziamo col dire che hanno radici antichissime, mi viene in mente il più noto, il Labirinto di Minosse, terra del mito, ma già lì vi è anche il suo risolvimento: arduo, difficile,tortuoso,ma dall’esito sicuro… insomma da un labirinto prima o poi si esce, ma il senso di smarrimento che ne deriva rasenta l’angoscia, esperienza fisica di un luogo che diviene esperienza metafisica di un non luogo, quando si dice personalità labirintica…ma la fascinazione e l’attrazione che i labirinti esercitano sull’uomo non hanno età, la prova geografica che l’uomo ha un appuntamento inderogabile: l’esplorazione di sé.

“Giardinisticamente”li datiamo tra la fine del XVI e il XVIII secolo, “Irrgarten” in tutti i giardini d’Europa, dotte allusioni culturali per convegni amorosi, dove, ovviamente, lo smarrirsi calzava a pennello!

Ma quello che mi preme oggi raccontarvi, è la costruzione deliberata e l’esito inquietante che il labirinto manifesta, compare costante l’idea del viaggio misterioso ed errante in una struttura predeterminata.

Allora quello che mi chiedo è, ma è così impossibile, allora perdersi fino in fondo?

Vi propongo una bella visita in questi giardini rompicapo, per esperirne, quale migliore occasione le vacanze?

In Lazio troverete Castello Ruspoli, il cui giardino è tra i più belli d’Italia, troverete dodici labirinti di bosso, o in Sicilia, il castello di Donnafugata, labirinto realizzato con muri a secco e se proprio volete perdervi e forse non ritrovarvi più, in Francia il castello di Chenonceau, un labirinto di 1500 mq realizzato con duemila piante di tasso, qui l’emozione è assicurata!

E ricordiamoci che per ritrovarci sempre dobbiamo perderci!

Buone vacanze

:)

la vostra psico-terra-peuta

edwigemormile.com

La Mortella – Forio d’Ischia-Giardini storici-

.la mortella paesi

Continuiamo il nostro viaggio vacanziero per giardini, oggi vi porto ad Ischia, e precisamente alla Mortella, quando mi accingevo a pensare su come presentarlo, il dubbio se definirlo giardino o orto botanico l’ha fatta un pò da padrone…ma la vastità, circa due ettari, ha deciso per me…. ebbene giardino sia!E’ un capolavoro paesaggistico,contemporaneo creato nel ‘900, ed in parte dalla mente da cui tutto nasce, il grandissimo Russell Page…

Qui la struttura paesaggistica, con i suoi declivi, fontane, viali, collinette, si confonde e si mescola con le rarità botaniche presenti, circa 3000 specie di piante,provenienti da tutto il mondo, distribuito su due livelli uno superiore ed uno più propriamente giardino a valle.

Ricco di serre, immancabili in un orto botanico, e salette, invita alla convivialità, alla riflessione, alla contemplazione, difatti la sua ideatrice Lady Susanna Walton, lo concepì prima, come giardino per l’anima e successivamente per gli occhi, ma devo dire che quest’ultima parte non è da meno!

La varietà e la ricchezza delle specie lo rende sicuramente seducente di per sè per una visita alla Mortella: nella serra Victoria è presente la gigantesca ninfea brasiliana “Victoria amazonica” altrettanto bella è la serra delle orchidee…e tantissime altre piante esotiche.

Un gioiellino nell’arte di crear giardini, frutto di difficoltà enormi per far acclimatare piante non indigene, ma il risultato è straordinario e ci lascia stupefatti al suo cospetto.

Sicuramente l’amore per le piante esotiche nasce da quel famoso orientalismo che vediamo riflesso in ogni forma di arte all’inizio del secolo, aiutato da grandi invenzioni come la scatola di Ward, il suo inventore, una sorta di serra portatile che permetteva d’importare in Europa piante provenienti da tutto il mondo, ma dobbiamo ricordare che l’amore per l’importazione delle piante risale a ben prima, verso la fine del ‘500 s’incominciò dalla Francia,  Paesi Bassi,Inghilterra… bellissimo a questo proposito il libro “La Confraternita dei Giardinieri” di Andrea Wulf..

Bhe’ che dire vi lascio con un suggerimento per una gita, e un libro per una poltrona all’inizio dell’estate….

:)la mortella

Giardino di Ninfa- Tra Cavalieri e Castellane-

E’ da tempo che volevo scrivere di Ninfa, Ninfa che è posto in un immaginario collettivo, voglio dire, che se pensiamo ad un giardino, o se lo immaginiamo, appare Ninfa, la prima volta che ne sentii parlare, fu da Donna Isabella, una mia carissima cliente e sopratutto mentore di Giardini, la sua esistenza condotta fra viaggi in Inghilterra e in Nord Europa la portò per magia fino a me, per illuminarmi di botanica  e di altro…

Ninfa nacque attorno al 1100 come un vero e proprio borgo con tutto il necessario per vita di tutti giorni compreso un castello ed una chiesa, ma senza perdersi nelle guerre fratricide che la contraddistinsero, appartiene da sempre ai Principi Caetani,

All’inizio del secolo cominciò il recupero e la bonifica di questo luogo incantato,credo che Ninfa sia uno dei siti più belli al mondo, e non credo di esagerare.. qui le innumerevoli specie botaniche, provenienti da tutto il mondo si mescolano con le rovine e i ruderi … nulla di più Romantico(in senso letterario ovviamente) e struggente, la storia qui mormora sottovoce ed il paesaggio sembra dipinto da un impressionista, ponti diroccati circondati da pennellate magistrali: viali di lavande, rose che si inerpicano sui ruderi facendoli rivivere, aceri palmati,fiammeggianti, che cascano nell’acqua, che si alternano a quelli con chioma  dorata, anelli di tillandsie che si abbarbicano come cerchi su tronchi inerti…..

Bellissimo e magico…certamente va ricondotto accademicamente al giardino paesaggistico, e al suo più dotto, botanico, ma, a mio, avviso, questo luogo è diverso, appartiene ai sogni,agli incantesimi, ai cavalieri, alle castellane, appartiene ai millenni di storia che lo hanno attraversato, e nulla ha del patinato, delle epoche prima che hanno dettato legge in quest’arte, Ninfa è rimasto nascosto, respirando di aria propria, non è un incantesimo?

Ah dimenticavo si trova a Cisterna di Latina….

🙂giardino di ninfa

Giardini Storici Villa San Michele – Capri

Villa San Michele – CapriSempre alla ricerca di vestigie che tutto raccontano e pensando ad itinerari “vacanziere”,ho pensato di proporvi Villa San Michele: siamo a Capri ed alla  fine dell’800, ma ben più lontano questa meraviglia ha visto la vita, sorge sull’antica pianta di un’antica villa romana di epoca imperiale, le cui rovine sono visibili,ancora,nel giardino, e girovagando troverete anche i resti di una cappella medievale… ma il fascino di questo luogo incantato è il suo giardino, eclettico come l’epoca chiama… siamo a cavallo di due secoli, l’orientalismo imperversa tra la pittura, le arti decorative, il gusto paesaggistico e simbolista che  si mescola con i richiami della pittura a cui si ispira, in particolar modo ai dipinti delle collezioni inglesi, campagne spettinate dal vento, bordure miste fintamente, la parola d’ordine è libertà, libertà dagli schemi, dall’immobile, dall’artificiosità che fino a quel momento ha dettato legge, ricordiamo la Reggia di Caserta, Versailles…la Natura non è imprigionabile in schemi, quindi via libera ai declini, alle mescolanze.

E’ un’epoca dove sembra che la natura e l’uomo si tengano per mano, in un’intento di dialogo e non più di dominio dell’uomo. Il creatore di questo giardino, Axel Munthe, paesaggista,medico,scrittore, evocava in un passo di un suo libro:

” La mia casa deve essere aperta al sole,al vento, al mare, come un tempio greco…”

In questo microclima perfetto convivono ogni genere di piante, famose sono le palme nane, che non superano i tre metri, ma degno di nota e bellissimo è il pergolato affacciato sul mare di Capri, non perdetevi la ligularia, per intenderci “quella pianta con quelle foglie gigantesche a forma di cuore, tappezzante e scultorea” :)

Attualmente sede della fondazione Axel Munthe, museo, ospita artisti e studiosi, eventi musicali e culturali.

Villa San Michele

Viale Axel Munthe 4

Anacapri-Isola di Capri

pergolato villa san michele

Edwige Mormile

la psico-terra-peuta :)

l’immaginario abita qui – la Reggia di Caserta-

“L’immaginario abita qui”: La Reggia di CasertaQuello che oggi vi propongo è una visione diversa della “Reggia di Caserta”sicuramente di questa splendida dama sappiamo che è un emulo di Versailles, l’abbiamo già detto  che da Versailles in poi i giardini reali furono parchi di potere, ma ho sempre pensato che i giardini seguano di pari passo le evoluzioni storiche e soprattutto letterarie, ossia vanno letti, ed anche la Reggia di Caserta non sfugge a questa regola.Reggia di caserta

La storia di questo parco racconta il rapporto dell’uomo con il territorio e con la storia dell’arte, mettendo un po’ da parte la sua evoluzione per la cultura orticola, qui convivono tradizione rinascimentale e barocca per finire al giardino inglese realizzato molti anni dopo, ma come dicevamo, a noi non interessano in questo momento le collezioni botaniche, e questo perché la nostra vista è rapita dalla grandiosità delle realizzazioni scultoree che lo popolano: meravigliosi modelli mitologici e fortemente simbolici che si rincorrono su un asse longitudinale unico.

Reggia di Caserta

Le Metamorfosi di Ovidio campeggiano, le fontane sottolineano il percorso simbolico, inutile dirsi: il potere dei  Borboni sulle Due Sicilie.Ma le rovine prima, e, le realizzazioni scultoree dopo, sono state sempre abitanti  fedeli  dei giardini e dei parchi: la rovina risponde ad un’esigenza di  estetica e di sentimento, l’avevano già scoperto prima i Greci  poi i romani , gli stilopinakia, facevano gran mostra di sé  nei giardini degli antichi romani. Molto più vere e drammatiche le rovine all’ alba del medioevo, dove arbusti  e rose spontanee crescevano all’ ombra di colonne spezzate, templi  decaduti, e fra i pavimenti delle  meravigliose  ville patrizie, per poi rinobilitarsi in ambito rinascimentale come memento di un passato glorioso e nobile, il rudere abbattuto dal tempo, grande scultore, evoca immagini e sensazioni  malinconiche, trasformando il giardino in un luogo di meditazione e di evocazione.

reggia-di-caserta1-600x400

Meravigliosa e forte è l’immagine della vegetazione che prepotentemente ricopre il rudere, o quel che rimane dell’edificio:  la natura che si riappropria di uno spazio  creato dall’uomo, e siccome arte dei giardini, storia, e letteratura si tengono per mano , in trasparenza leggiamo Le Génie du Christianisme, de François-René de Chateaubriand , e rivediamo l’uomo che passeggia sulle proprie rovine.

Ecco, questa è la versione che volevo darvi dei meravigliosi giardini della Reggia di Caserta, una chiave di lettura nella sua evoluzione storico-letteraria, perché i giardini sono anche da leggere…

Una curiosità: nascosta nel romantico giardino inglese vive la Camelia considerata la più vecchia d’Europa, quasi due secoli, tant’è vero che era usanza piantare un arbusto di camelia alla nascita di un bambino, affinché fosse spettatrice delle future generazioni.

reggia di casrta tempio 2

La Vostra psico-terra-peuta

Edwige Mormile

Islam e la raffinatezza dei suoi giardini

Si potrebbe iniziare dicendo che Dio ama la bellezza ed il Giardino ne è una sua espressione, si potrebbe dire ancora che “Pairidaeza” in lingua Iraniana (Persiana) è il significante di Giardino, “crear attorno” proprio perchè presso quasi tutte le civiltà, il giardino, come pure il pa­radiso, è sempre stato uno spazio chiuso, una fabbrica di paesaggio destinata a progettare e incarnare ideali di vita… e l’Islam con la sua immensa cultura ne fa un simbolo di piacere e di gioia: tutto ciò che espressione di negatività viene soppresso nel giardino islamico è l’immagine sulla terra del Paradiso dettata dal Corano, è l’espressione della benedizione del monarca sulla natura, ricordiamoci, che siamo in un territorio aspro, caldo, secco, desertico, ma l’ingegneria degli arabi inventò dei sistemi di irrigazione ineguagliabili.Anche qui campeggiano le linee geometriche, i viali, la fontana da cui hanno origine i quattro fiumi del Paradiso, vettori verso i punti cardinali, simbolo della vita eterna…

Non possiamo non vedere le analogie e le somiglianze con l’ hortus conclusus cristiano, e poco ci importa chi prima e chi dopo …sono contemporanei, e questo è illuminante, il simbolismo del numero quattro è costante nei giardini, affonda radici nella Genesi, per gli antichi persiani il mondo è diviso in quattro ed al centro si trova la sorgente della Vita….

Gli arabi ed i Persiani erano maestri nell’arte delle coltivazioni: essi avevano tratto dalla necessità dei loro luoghi d’origine e dalla loro religione, le motivazioni a essere abilissimi creatori e curatori di orti,giardini, frutteti, vivai; giardini che servivano per produrre anche spezie e condimenti, bevande, confetture.

La raffinata cultura musulmana dedica intere sezioni alla poesia dei giardini, perfino i tanto pregiati e noti tappeti persiani riproducono con fiore e piante, il giardino, una tradizione che risale al IV sec. allo scopo di conservare anche d’inverno le forme ed i colori della natura…tappeti di potere, simboleggiavano l’egida del monarca sui cicli della vita.

Mi congedo da voi con pochi versi di un poeta arabo anonimo, attorno all’anno  mille recitava così:

“Se hai due monete, con una compra il pane,

con l’altra compra rose per il tuo spirito”…

giardini dell'islam

la vostra psico-terra-peuta :)

Buona settimana

Edwige Mormile

I Giardini di Pietra

Quando la mia anima ha bisogno di ripiegarsi, perché troppo è stata depredata dall’umano, la mia mente va ai Giardini di Pietra, e per la precisione a Bomarzo: i Giardini di Bomarzo furono voluti dal Principe Vicino Orsini attorno al 1560, ma nulla si sa dell’architetto e dello scultore, un epigrafe accompagna una frase ” Solo per sfogar il core”…. e tutto dice…. questa è la sensazione che si avverte, il muschio che ricopre completamente le sculture, enormi, zoomorfe e antropomorfe, fa pensare alla vita ed alla morte ed al senso di consunzione senza il quale la poesia non ci sarebbe…e quindi il senso sequestrante e sospeso di questo luogo.

Enormi giganti in lotta appaiono in una natura spettinata che origina un bosco, e meraviglie su meraviglie fanno capolino: Cerbero, delfini, una tartaruga gigantesca…troppo poco si sa di questo giardino, percorso iniziatico, cammino di crescita spirituale, il ritorno al selvaggio e al mistero, rappresentato dal Bosco Sacro, di cui vi parlerò in un altro appuntamento, qualunque sia stata la motivazione, certo ne è il mistero, e la leggenda,narra che sia sorto su un’antica necropoli etrusca, ma mi piace pensare che quest’uomo coltissimo e bizzarro abbia voluto la ricreazione di un mondo interiore in cui perdersi per poi ritrovarsi ….Andate a visitarlo!

Edwige Mormile

ZetalaFormica giardini di bomarzo

Reggia di Portici – Giardino segreto –

 Reggia di Portici

          “Giardino Segreto e il cammino ritrovato”

   Il percorso proposto in occasione della visita alla reggia di Portici, è senza dubbio molto affascinante, e non solo perché trattasi di una bella passeggiata nel parco poco conosciuto di questa residenza Borbonica ed il suo relativo orto botanico, ma perché butta lì, quasi per caso, tematiche come il Giardino segreto, il Bosco, l’Orto botanico …. ebbene siete pronti? Perché è un vero e proprio viaggio, attraverso millenni di storia: innanzi tutto ricordatevi della reggia di Versailles, e tenetela ben presente, siamo nel 1662, e da lì in poi ogni parco, giardino, residenza non fu più a prescindere da essa  … divennero simbolo di potere,emblema della sovranità sulla natura e sul mondo, è così fu anche per la bellissima reggia di Portici, 1738, ed il suo parco.

francia_86gsn.T560

Giardini di Versailles

I giardini settecenteschi, la Reggia di Portici, sono la summa e l’evoluzione dei giardini Rinascimentali, passando attraverso i simboli dei giardini medievali, il fasto e l’opulenza dei parchi barocchi che li hanno preceduti, per approdare, infine, alla visione paesaggistica e romantica dettata dalla democratica Inghilterra. Vedrete allora  inseguirsi, assi prospettici, elementi per definire lo spazio, per esempio il viale centrale che conduce alla Reggia, perfettamente integrato con la natura circostante, ed ancora le fontane, le statue … ma questi elementi vengono talmente assorbiti che si liberano per ritornare alla Natura, apparentemente selvaggia, dando la sensazione di un finto spettinato, ,malinconico, ameno, ma il discorso ci porterebbe troppo lontano…ed allora, guardate con occhi particolari questo parco, e quando visiterete il Giardino Segreto, ricordatevi che trae origine dall’Hortus Conclusus Medievale: la rappresentazione in terra del Paradiso, laicizzato nel ‘500, legato al suo aspetto erotico dell’amor cortese, era una vera e propria “stanza verde”, dove il Principe in gran riservatezza si ritirava, zona privata e protetta per dedicarsi ai propri svaghi … In ultimo ma non tale l’orto botanico: creato nel 1872 risponde ai dettami dell’epoca, strada dotta, luogo di raccolta di piante rare provenienti da ogni dove, ma sapete che cosa rappresentava circa 1000 anni prima … ma questa è un’altra storia da narrare … che merita un momento a sé … al prossimo appuntamento

Edwige Mormile La vostra psico-terra-peuta ;)

giardino