“L’immaginario abita qui”: La Reggia di Caserta

La storia di questo parco racconta il rapporto dell’uomo con il territorio e con la storia dell’arte, mettendo un po’ da parte la sua evoluzione per la cultura orticola, qui convivono tradizione rinascimentale e barocca per finire al giardino inglese realizzato molti anni dopo, ma come dicevamo, a noi non interessano in questo momento le collezioni botaniche, e questo perché la nostra vista è rapita dalla grandiosità delle realizzazioni scultoree che lo popolano: meravigliosi modelli mitologici e fortemente simbolici che si rincorrono su un asse longitudinale unico.
Le Metamorfosi di Ovidio campeggiano, le fontane sottolineano il percorso simbolico, inutile dirsi: il potere dei Borboni sulle Due Sicilie.Ma le rovine prima, e, le realizzazioni scultoree dopo, sono state sempre abitanti fedeli dei giardini e dei parchi: la rovina risponde ad un’esigenza di estetica e di sentimento, l’avevano già scoperto prima i Greci poi i romani , gli stilopinakia, facevano gran mostra di sé nei giardini degli antichi romani. Molto più vere e drammatiche le rovine all’ alba del medioevo, dove arbusti e rose spontanee crescevano all’ ombra di colonne spezzate, templi decaduti, e fra i pavimenti delle meravigliose ville patrizie, per poi rinobilitarsi in ambito rinascimentale come memento di un passato glorioso e nobile, il rudere abbattuto dal tempo, grande scultore, evoca immagini e sensazioni malinconiche, trasformando il giardino in un luogo di meditazione e di evocazione.
Meravigliosa e forte è l’immagine della vegetazione che prepotentemente ricopre il rudere, o quel che rimane dell’edificio: la natura che si riappropria di uno spazio creato dall’uomo, e siccome arte dei giardini, storia, e letteratura si tengono per mano , in trasparenza leggiamo Le Génie du Christianisme, de François-René de Chateaubriand , e rivediamo l’uomo che passeggia sulle proprie rovine.
Ecco, questa è la versione che volevo darvi dei meravigliosi giardini della Reggia di Caserta, una chiave di lettura nella sua evoluzione storico-letteraria, perché i giardini sono anche da leggere…
Una curiosità: nascosta nel romantico giardino inglese vive la Camelia considerata la più vecchia d’Europa, quasi due secoli, tant’è vero che era usanza piantare un arbusto di camelia alla nascita di un bambino, affinché fosse spettatrice delle future generazioni.
La Vostra psico-terra-peuta
Edwige Mormile
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