I giardini letterari – Roman de la Rose

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Adesso che sappiamo cosa dobbiamo fare fino all’autunno inoltrato con le manine laboriose, vi voglio raccontare dei giardini letterari, che affondano origini e radici assai antiche.

Non dobbiamo dimenticarci che un bravo giardiniere è prima di tutto una creatura di animo raffinato e sensibile…

I giardini e la natura hanno condizionato l’uomo da sempre, forse perché la loro bellezza è un balsamo per dolori e pensieri o forse, più semplicemente, perché siamo indissolubilmente legati alle leggi della Natura ed al suo svolgersi, ecco perché ci fu una corrente letteraria che si perpetrò a cavallo di secoli che assunsero a metafora la Natura ed i suoi giardini.

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Incominciamo con il più noto: “Roman de la Rose”, alla base della filosofia dei giardino,  sorse circa nel ‘200 in Europa alla luce della cultura Cortese.

Il suo autore Guillaume  del Lorris, due volumi,completato da Jan De Meum più tardi.

Sostanzialmente è un manuale di conquista amorosa!l’Amata assume le sembianze di una Rosa e tutti gli atteggiamenti psicologici sono personificati, tutto  si svolge nella nube onirica di un sogno,ad opera di un narratore:

Entrato nel giardino di Diletto,dove abitano le Virtù e Amore, si perde ad ammirare un bocciolo di rosa, e, non poteva non essere trafitto dalla freccia di Amore: la frittata è fatta! innamoratosi perdutamente della Rosa le promette devozione e fedeltà.

Inizia la sua conquista: lo aiuta Buona Accoglienza,riuscirà nel suo intento così,superando tutte le insidie predisposte da Pericolo,Gelosia, Malelingua, riesce a raggiungere l’amata Rosa, ma non è finita, e Invidia, sempre pronta, rapisce Buona Accoglienza, la imprigiona in un castello sorto all’occorrenza.

Qui si conclude il primo volume sicuramente la più poetica,dove viene raffigurato iconograficamente il giardino dell’amore, in seguito l’ Hortus Deliciarum.

Il secondo volume,composto circa quarant’anni dopo, vede la conclusione a buon fine della vicenda e il congiungimento dei due amanti.

Inutile sottolineare che il giardino di Buona Accoglienza è il trionfo delle virtù, è il giardino del sogno dove regnano abbondanza, felicità e… eterna giovinezza.

Sogniamo… sempre…e non moriremo mai.

La vostra psico-terra-peuta

https://www.youtube.com/watch?v=aYsPELS3CDE

edwigemormile.com

La vita,la casa,il giardino-Parco Abate-

                                                                  Dedicato a Peppino dei Puccettoni

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Da molto non ci incontriamo più,su questo blog,questo luogo ideale in cui io e Luca Daniele dedichiamo tempo,energie,con molte difficoltà di gestione,perché voi che ci seguite e leggete siete la nostra motivazione.

Sono successe tante cose, io un trasloco per poter continuare a scrivere,Luca un viaggio ai confini del mondo alla ricerca di visi che parlano e di paesaggi che sospirano.

Sì un trasloco, in una di quelle case che scricchiolano,raccontano,evocano, all’interno di un parco costruito negli anni ’50 nel centro della città di Avellino, la casa di famiglia,i pini con le loro fronde mi sfiorano il viso dal terrazzo, i gufi canticchiano tutto il giorno appollaiati sui rami, il cuculo mi ninna…qui mia figlia dormirà nella stanza che era già di suo padre, nel suo letto,giocherà sul suo tappeto,correrà in quel giardino sperimentando gli stessi giochi,ma,perché c’è sempre un ma in questi acquerelli, il nostro meraviglioso cane non c’è più, con lui avevo progettato di riappropriarci delle nostre solitudini,su e giù per il parco, ed invece all’età di 13 anni e mezzo mi ha lasciata,squarciata,sola,senza vita.

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Ancora troppo presto per uscire nel parco senza di lui, quel parco in cui avevo deciso di metter mano… un’aiuola da sistemare, un buco da riempire,una siepe da topiare…adesso no,lo guardo da lontano, perché un giardino serve anche a questo, a placare,a quietare, a cullare…però le case di famiglia anche a questo servono, a raccogliere tutte le nostre creature che ci hanno accompagnato per la nostra troppo lunga vita e per la loro troppo breve…lui è qui in giardino con Joghi,con Igumenitza,con Persichella…

Il ritorno alla casa del Padre.

 

 

 

Giardiniere un pò pagano e un pò illuminista

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“Credo che , se non avessi fatto lo scrittore , avrei fatto il giardiniere “, confidò Cechov ad un amico …il giardiniere vive ai margini della mondanità limitandosi a curare lo scenario dove altri reciteranno la loro parte ,umile nel senso letterario del termine , si applica giorno dopo giorno ad un silenzioso corpo a corpo con la terra in paziente contatto con la natura, in questa intimità trovando talvolta la sua beatitudine .

il religioso ed il giardiniere sono le due facce di “ora et labora”:una postura contemplativa, si predispone all’avvertire , senza schermo di distrazioni in  una nudità interiore assoluta, insieme alla desolazione , la sconvolgente bellezza del mondo.

Il bello non è altro che l’emergenza del tremendo , nel senso prima latino e poi umanista del termine , il tremendo scuote dà vertigine ,trasmette il senso dell’assoluto ..quindi bellezza , divinità ….

Il Mito, la trasformazione, l’urna biodegradabile!

 

Un volo pindarico, perché proprio di questo si tratta, un viaggio che parte da molto, molto, lontano, per incontrare i fragili confini della storia con il mito, fino ad arrivare alla nostra epoca, cibernetica, informatica, multimediale, tecnologica, ma inutile, non ce la facciamo a sra-dicarci dal nostro immaginario collettivo, ed allora ci ri-radichiamo in una pianta,in un’urna biodegradabile…post mortem!

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albero

Napoli sarà la prima città, grazie alla visione di un imprenditore, a permettere la sepoltura in un’urna biodegradabile e la successiva trasformazione in un albero: la trasformazione da sempre ha affascinato l’uomo, Mirra, pazza del padre Cinira, che al termine di una sciagurata vicenda chiede agli dèi di venir trasformata in pianta, la pianta della Mirra, appunto, piangente sempre e stillante profumate gocce balsamiche,  l’essere umano mutevole e addolorato che tenta di sfuggire a situazioni doloranti,impossibili, forse come unica via d’uscita…Il tutto con un acuto senso della provvisorietà, della mutevolezza di ciò che appare ai sensi e che a un tratto si scompone per diventare altro da sé. Ovidio nelle Metamorfosi ci offre un quadro stupefacente, poetico,struggente; della trasformazione, Ovidio mette in risalto ora il carattere repentino ora, ancor più, la lentezza graduale, il persistere talora sofferto dell’antica natura nella nuova. Dell’essere umano, che si trasforma in essere arboreo o inanimato, il poeta avverte l’intimo dolore, la coscienza di divenire altro in una trasmutazione che sembra investire le radici stesse dell’universo.

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Dafne, trasformata in un albero di alloro per sfuggire ad Apollo, di cui poi si cingerà il capo… infiniti sono gli esempi, in epoca più recente non possiamo non citare Kafka, le sue Metamorfosi  sono diverse, sempre sofferenti, direi alienanti, l’uomo isolato e solo all’inizio del ‘900, il suo alter, lo scarafaggio, è la solitudine e nello stesso tempo paradigmatico della psicoanalisi di Freud, forse l’immagina più adatta sarebbe l’urlo di Munch.

Ricordiamo tutti la “Donna Abitata”di Gioconda Belli anche lì s’intravvede alla fine l’albero che la ospiterà, il suo albero di Arancio.

Ora la possibilità che una volta estinti la ricongiunzione con la terra, le sue radici, il suo ciclo vitale, al di là di tutte le considerazioni bio-sostenibili, senza le quali il progetto mai sarebbe passato, ci porta tutti ad una considerazione non solo religiosa, ma anche filosofica e di appartenenza.

L’albero con il suo verticalismo è l’asse attraverso cui passa la vita, le sue radici piantate saldamente nella terra e la sua chioma che invoca ed anela al cielo, di meglio non potevamo desiderare.

Ora è altresì interessante pensare che questo progetto pilota parta da una delle città della Magna Grecia, terra di mito e di storia, la terra che ospita la discesa agli inferi, all’aldilà , il lago di Averno, la terra della Sibilla Cumana.

Infine sarebbe bello pensare che un giorno i cimiteri saranno boschi dove poter passeggiare, dove il tutto non è finito, ma che in qualche modo,  sarebbe anche corretto ontologicamente, la trasformazione dalla non vita alla vita rimetta un pò a posto le cose

A book of beatiful bouquets for the table

                           A book of beatiful bouquets for the table

libro

Paper blossms

San Francisco 2010

Cinque bellissimi centrotavola, ogni pagina si trasforma in una ghirlanda di rose, ninfee e stagni…

potete posizionare il libro aperto al centro tavola, allegro, ironico, divertente, per una cena fra amici in tutta libertà e facilità

 

 

Lo sai che i papaveri son alti alti alti…

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Meraviglia i prati di papaveri! il papaver somniferum è quello più apprezzato per i semi, con cui si guarniscono pani dolci e salati, finalmente ha preso piede anche nei giardini privati e via libera  ai prati colorati, fiabeschi e sognatori.

Li vediamo tutti in fila, come se un bel colpo di spazzola li avesse posizionati sono rosa, rossi, bianchi, circondati da boschi, e villaggi.I loro semi sono prelibati dal dolce sapore di mandorla, se ne ricava perfino un olio, privi dei loro alcaloidi da cui poi si ricava la morfina e le altre droghe.

Il papavero ama i climi freschi e ventilati ma può essere coltivato anche nel sud Italia,

esposizione ideale è pieno sole,un bel terreno leggero e ben drenato anche misto a ghiaia, le irrigazioni devono essere regolari fino a maggio, quando dà il meglio della fioritura poi mantenerlo ben asciutto.

Un paio di concimazioni all’anno una a marzo ed una in autunno aiutano e favoriscono una copiosa fioritura, sempre alla base della pianta..

Dove trovarli?

Vi segnalo due vivai specializzati in erbacee perenni (le mie preferite..spettinatissime!)

Azienda Agricola Priola 

http://www.priola.it

Treviso

Erbario della Gorra

http://www.gorraonline.it

Torino

I Vostri progetti…

Nantes 2013 capitale europea del verde atterra a Torino L’Aerofloreale-tutti con il naso per aria-

Mi piace condividere con voi il ricordo di questa memorabile e fantasmagorica giornata,a tal punto che al termine della visita all’ Expedition Vegetale ho confuso la realtà con la fantasia!

I soliti quattro passi in Piazza Castello, a Torino, svolto l’angolo, e di colpo a miei occhi compare l’aerofloreale: ordigno unico al mondo degno erede delle aeronavi su cui viaggiavano i personaggi di Jules Verne, una serra volante che funziona grazie all’energia  VEGETALE!!!

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Costruita con palloni di tela, eliche verticali ed orizzontali sorvola il mondo a bassa altitudine: è alla ricerca di piante e vegetali rari il cui uso può essere impiegato in energia alternativa”pulita”.

A bordo ingegneri, botanici, climatologi, giardinieri,cuochi, il suo funzionamento è garantito solo ed esclusivamente dal compostaggio e quindi dal metano delle piante ospitate a bordo.

L’elettricità invece è garantita dall’energia fotovoltaica prodotta dalle piante a bordo che crescono nelle serre integrate, attenzione il percorso è intuito dall’ordigno che atterra nelle città dove secondo i suoi parametri ci sono specie interessanti!

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A Torino gli esperti studieranno il platano e la vite.Il comandante a bordo ha introdotto il regolare consumo di una bevanda di sua fabbricazione ottenuta dalle foglie di vite rossa, per quanto attiene invece il vino il consumo è limitatissimo: per evitare l’effetto collaterale: “in vino veritas”.

Il platano invece attraverso i suoi minuscoli frutti e più precisamente la loro fermentazione si otterrebbe un gas ad alta prestazione ” PETANO G 3″.

Che bello se fosse vero

abbiamo sognato per un giorno

la vostra psico-terra-peuta

🙂

 

I giardini si raccontano…qualche volta si creano!!

 

 

I giardini si raccontano … ma si creano…qualche volta!

Impianto classico di un giardino all’Italiana,

Dimora 800esca nel Vercellese

 

Palazzo del 1905

L’Art Nouveau

 

Giardini

dimore private

qualche scorcio

 

I terrazzi

 

 

Le “Ortiere”

Quando si dice … cosa mettere in tavola a Natale?