Perché un orto botanico? – Real Orto Botanico di Napoli

Perché, prima di tutto, un orto botanico? Affonda radici profonde la risposta, ai giorni nostri le medicine sono di facilissima reperibilità,fin troppa!

Molto,molto,moltissimo tempo fa così non era: qualsiasi medicamento era costituito da” Semplici” (da cui Orto dei Semplici) piante, animali e pochissimi minerali, quindi attorno alla metà del XVII, e per molti anni a seguire la cattedra  di botanica alla Sapienza di Roma era affidata ad un lettore dei”Semplici”…

Si andava a scuola all’aria aperta da un raccatta piante nell’orto: qui si formavano medici, farmacisti.

orto bot.2

Ecco svelato il mistero del perché dell’orto botanico! Abituati al giorno d’oggi a concepirlo come una manifestazione di esotismo, presente nella misura in cui si inserisce in un contesto culturale legato,appunto,ai viaggi di fine ‘800 ed inizio ‘900, che abbracciava tutte le arti figurative e scultoree,ora rappresenta,una sorta di enciclopedia naturale: saper distinguere una specie da un’altra, la loro virtù, l’alternarsi delle stagioni … e, forse, quando passeggeremo in un bosco avremo fatto esperienza..perchè a questo serve,al giorno d’oggi, un Orto Botanico.

Il Real Orto Botanico di Napoli non sfugge ora, e, non è sfuggito all’inizio del  XIX sec.  a questa regola:

Ovviamente, il concepimento della sua idea risale a molto tempo prima, all’epoca del sovrano illuminato,

Ferdinando IV di Borbone ,voluto e pensato per l’istruzione pubblica e per la divulgazione e protezione delle spezie utili alla salute.

Con gli anni si arricchì notevolmente di specie vegetali, fino a 9000! A tutt’oggi il Real Orto di Napoli si colloca fra i più antichi e ricchi d’Europa; per non parlare della struttura architettonica, ricchissima : la facciata monumentale, il viale centrale, e la “Stufa Temperata” che si distingue per il meraviglioso colonnato dorico!

Potrete fare una colazione, una passeggiata nell’intervallo di pranzo, e come sono solita dire, un luogo dove adagiare pensieri.

Allora non perdiamocelo questo gioiello scientifico ed architettonico, l’ingresso è gratuito, come dovrebbe essere la cultura, e si prenotano anche visite guidate.

La  vostra psico-terra-peuta!

:)

edwigemormile.com

Giardini Storici o Giardini Antichi?

 

giardini storici2

Ci sono giardini che ti catturano per il virtuosismo delle loro forme, del “paesaggismo”, dell’arte stilistica visibilmente esibita, sono i grandi giardini storici, mi vengono  in mente,per esempio i giardini della Reggia di Caserta, dove l’appagamento estetico è sovrano.

Altri che richiedono passi silenziosissimi,cauti,in punta di piedi, che fanno vibrare le corde più segrete del cuore, luoghi solitari dell’anima, paragonabili se vogliamo alle piazze dipinte da De Chirico, sono i giardini antichi, dove la differenza, non sono forse la stessa cosa?  forse se dovessimo esprimere graficamente con ascisse e ordinate il punto in cui s’incontrerebbero sarebbe solo l’epoca;

giardini storici

già il termine antico conduce con sè profumi e colori e …una musica in sottofondo, ed è proprio a proposito di uno di questi giardini che vi voglio raccontare, proprio visitabile dal mese di marzo a novembre, “Giardino Barbarigo-Pizzoni Ardemani, ricco di simboli disegnato nel ‘600 , i lavori si protrassero per circa trent’anni, posto su uno dei versanti dei Colli Euganei, guarda Venezia, si narra che fu costruito ex voto :Francesco Barbarigo sopravvissuto alla pestilenza del 1631 avrebbe costruito questo giardino a memento della salvazione.

Innumerevoli i simboli, probabilmente alchemici: la statua del Tempo,un vecchio alato che sorregge un macigno, l’sola dei conigli… il primo metafora della trascendenza umana, la seconda della sua immanenza, l’uomo costretto dal tempo e dallo spazio .

Però dobbiamo immaginare questo luogo come 75 mila metri quadrati di siepi di bosso,ed altri 25 mila di carpino, peschiere, giochi d’acqua,ospita meravigliose graminacee:ciuffi vaporosi  e impertinenti che vanno a movimentare la sobrietà del giardino, e così il continuo gioco tra formale ed informale s’insegue fra marmi e pietre ricoperti di muschi e licheni.

Peccato che non sia visitabile d’inverno: possiamo solo immaginarlo e sognarlo, le graminacee che catturano la brina,i salici a ridosso dei laghetti che si contorcono in assurde e mirabili geometrie…

edwigemormile.com

la vostra psico-terra-peuta

:)

Il paesaggio esperienza estetica e il Sublime trova ancora una collocazione?

terradeifuochi

Certamente al Sublime appartiene il senso della sproporzione e dell’ineffabile, per questo da sempre, appartenente alla filosofia, è stato deputato alle arti in genere e alla Natura.

Ora sfogliando e studiando riviste di arte, mi è capitato fra le mani un articolo proprio sulla relazione fra il Sublime, oggi, e la Natura.

Innanzi tutto chiariamo che il Sublime non è il contrario del bello… anzi ne è la su esaltazione al di là della soglia sensibile e scibile dell’essere umano, ed è proprio qui che entra in campo la Natura: quante volte siamo rimasti basiti e muti di fronte allo spettacolo di essa come ad esempio un mare in tempesta o i cieli mentre li attraversiamo in aereo, è terribile ed estatica la sensazione.

Kant, che di Sublime se ne intendeva, metteva appunto i giardini fra le grandi arti, proprio perchè si tenta di ricreare un microcosmo con elementi viventi eterogenei, ed allora si pone la domanda se sia possibile il Sublime oggi con la tragedia del paesaggio che ci circonda, con i disastri ecologici, personalmente non credo sia possibile l’esperienza del Sublime, nulla di più vicino al Dio, di fronte agli scempi della Natura dove il Terribile, altro termine abusato, non è sinonimo di paura ma di terrore: stupore,meraviglia,incontenibile, indecifrabile, nasconde sempre l’Idea platonica del Bello…Quello che noi umani mai potremo comprendere,misurare,verificare,ri-creare,ma attoniti e piccoli potremo solo esperire.

terra dei fuochi

Ed è per questo che vi segnalo una mostra, il cui intento è invece proporre l’esperienza del Sublime attraverso il disastro ecologico, qui noi potremmo immaginare la “Terra dei Fuochi: potrebbe tale spettacolo, secondo voi, essere maestoso e suscitare un sentimento Sublime?

terra-dei-fuochi

SUBLIME- Les Tremblements du Monde-

Metz Centre Pompidou-dall’11 febbraio al 5 settembre-

La vostra psico-terra-peuta

:)

edwigemormile

Orto & benessere, basta poco per stare bene!

“Girovangando” raminga, per insoliti sentieri della vita, mi sono imbattuta in una nascente comunità …. ricchissima di programmi e progetti: un laboratorio della Natura sulla collina di Camaldoli

L’idea nata da Marco Esposito con la collaborazione di Bruno Daniele, “il terreno fertile” c’era… Marco mi raccontava che aveva, della sua famiglia, un’appezzamento incolto in pieno centro di Napoli, in una posizione panoramicissima, ed allora che farne? Lo stress quotidiano, la vita frenetica, ha suggerito l’idea di un’isola felice dove rinfrancarsi ed adagiare pensieri e preoccupazioni … Qui,  come duemila anni fa, ci si ritrova per coltivare un orticello, per vedere sbocciare semi da semenzai, per osservare i cicli della vita, della nascita, dell’insuccesso e della riuscita…

girasoli

L’idea è molto bella, e ha origini antichissime e storiche, ne abbiamo già parlato in articoli passati, le attività che si svolgono sono molteplici, incluse conferenze ed incontri “rilassanti”.

Ve lo segnalo, da “giardiniera “, è un occasione per i napoletani per portare i bambini, fargli raccogliere i frutti e verdure , e a sensibilizzarli al contatto con la terra, nostra madre archetipa.

edwigemormile.com

la vostra psico-terra-peuta

Labirinti….irrazionali e Misteriosi-Napoliflash24-

labirinto

Parlare, o meglio, scrivere di labirinti, non è semplice, di per sé complicata è proprio la tematica, li conosciamo, ci affascinano, da millenni popolano prima il mito, poi la storia, ed in seguito la metafisica degli psicologi, ma cosa sono?

Iniziamo col dire che hanno radici antichissime, mi viene in mente il più noto, il Labirinto di Minosse, terra del mito, ma già lì vi è anche il suo risolvimento: arduo, difficile,tortuoso,ma dall’esito sicuro… insomma da un labirinto prima o poi si esce, ma il senso di smarrimento che ne deriva rasenta l’angoscia, esperienza fisica di un luogo che diviene esperienza metafisica di un non luogo, quando si dice personalità labirintica…ma la fascinazione e l’attrazione che i labirinti esercitano sull’uomo non hanno età, la prova geografica che l’uomo ha un appuntamento inderogabile: l’esplorazione di sé.

“Giardinisticamente”li datiamo tra la fine del XVI e il XVIII secolo, “Irrgarten” in tutti i giardini d’Europa, dotte allusioni culturali per convegni amorosi, dove, ovviamente, lo smarrirsi calzava a pennello!

Ma quello che mi preme oggi raccontarvi, è la costruzione deliberata e l’esito inquietante che il labirinto manifesta, compare costante l’idea del viaggio misterioso ed errante in una struttura predeterminata.

Allora quello che mi chiedo è, ma è così impossibile, allora perdersi fino in fondo?

Vi propongo una bella visita in questi giardini rompicapo, per esperirne, quale migliore occasione le vacanze?

In Lazio troverete Castello Ruspoli, il cui giardino è tra i più belli d’Italia, troverete dodici labirinti di bosso, o in Sicilia, il castello di Donnafugata, labirinto realizzato con muri a secco e se proprio volete perdervi e forse non ritrovarvi più, in Francia il castello di Chenonceau, un labirinto di 1500 mq realizzato con duemila piante di tasso, qui l’emozione è assicurata!

E ricordiamoci che per ritrovarci sempre dobbiamo perderci!

Buone vacanze

:)

la vostra psico-terra-peuta

edwigemormile.com

Il Giardino incantato-Napoliflash24-

Il Giardino incantato…E’ stato veramente difficile scorgere una vena creativa da raccontarvi in questo caldo luglio…. ma poi all’improvviso ho ripensato ad un vecchio giardino che ricordo della mia infanzia, non era granché a pensarci bene, ovvero era una vecchia casa a cui attorno avevano costruito edifici degli anni ’70, ma lei prepotente, aveva combattuto per mantenere la sua dignità ed i suoi ricordi, non aveva piante esotiche e di moda, come si usa adesso, né tanto meno emulava patinati giardini all’inglese, ma aveva dato retta, semplicemente al suo cuore, e lo aveva seguito, aveva dato corpo ai sui sogni ed a ai suoi desideri: aveva archi di rose, un piccolo ninfeo, una fontanina, un muretto sul quale pigramente sonnecchiavano cuscini, tutto pronto per l’intimità ma anche per accogliere amici ed affetti.

ninfa 2

Non aveva vasi di plastica, o sedute e arredi “pratici”, i vasi erano vecchi in coccio, e lì il tempo aveva lasciato il verderame, i mobili erano recuperati, di ferro, un pò arruginiti, dégagé, si direbbe ora, probabilmente recuperati in qualche vecchio mercatino…

la tavola di fata orchidea

Quando passavo lo indicavo sempre, e ricordo, chiedevo a mia nonna, dove fosse la fata che ci abitava….

Quello che ancor oggi mi emoziona al suo ricordo, non è tanto “il giardino della fata Turchina” ma la sua forza, così evocativa, lui così piccolo, immerso tra palazzi dell’edilizia di periferia, ma così immenso….. dal rimanere nel cuore della bambina di allora e della donna di oggi.

Lacco Ameno – il Parco idrotermale Negombo-Napoliflash24-

Concludiamo con la visita al PARCO NEGOMBO, il percorso naturalistico vacanziero, in terra di Campania: è relativamente recente, risale circa alla prima metà del ‘900, nasce dall’idea di un viaggiatore,giardiniere,umanista, il duca Silvestro Camerini, con una grande passione per la botanica, all’epoca una moda per gli eletti.La meraviglia del luogo lo fa decidere per la BAIA DI SAN MONTANO, la natura vulcanica dell’isola è un naturale concime e un’ambientazione climatica ideale per piante fatte arrivare dall’Australia, dal Giappone, dall’Africa, ma il paesaggio botanico è splendidamente sposato con sculture plein air di grandi artisti contemporanei come Arnaldo Pomodoro, Laura Panno….

Qui potrete veramente trascorrere una vacanza all’insegna della storia, dell’arte, del benessere, sono presenti  delle spettacolari terme all’aperto, ma quello che rende questo luogo tra i più affascinanti è la presenza di un insediamento greco tra i più antichi d’Occidente, risalente circa al 770 a.C. collocabile allo sbarco degli Eubei, alla ricerca di  una baia protetta dai marosi.

Oggi si definirebbe questo luogo un Parco polivalente, termine a mio avviso un pò abusato, sicuramente qui la mano dell’uomo è stata felice, un giardino ancorato alla tradizione millenaria del luogo.

edwigemormile.com

la vostra psico-terra-peuta :)

negombo2

Gli Alberi: che meraviglia!!!! – Il mito di Erisittone- estr. da Napoliflash24-

Gli Alberi: che meraviglia!!!! – Il mito di ErisittoneQuando un paio di mesi fa hanno abbattuto un pino secolare che dominava la piazza dove abito, raccontarvi della tristezza è ben poca cosa…, ovviamente non era malato, come raccontano, ed altrettanto ovviamente, le firme raccolte dagli “abitanti dell’albero”a nulla sono servite.

Gli alberi sono veramente un tramite che l’uomo ha con il cielo,una metafora chiarissima ed inequivocabile della vita: l’uomo radicato con i piedi per terra e la testa protesa al cielo, da sempre gli alberi hanno ricoperto questo ruolo un pò mistico ed un pò magico, ad esempio pensate all’albero della vita, l’albero della conoscenza, l’albero dell’eternità, l’albero della prosperità, e quanti più ne vogliamo, perchè è con il cuore e con il fiato sospeso che li si cerca … e li si trova…sono lì, vecchi patriarchi secolari, sentinelle della vita e della storia, resistenti, indefessi, animati e “animosi”. E’ chiaro quanto il paganesimo prima legato al culto della Natura, sia stato trasformato dopo dal Cristianesimo collegandolo al culto della Salvezza caricandolo di tutti i simboli vegetali.

E, poiché la tradizione letteraria classica prima e la cultura cristiana dopo sono ricchissime di simbolismi metaforici presi a prestito dal mondo vegetale e animale vi racconto del mito di Erisittone e della sua fame insanziabile:

Grande sperperatore di beni materiali oltraggiò anche Demetra,Grande Madre della Natura, abbattendone l’intero bosco come legna da ardere per un banchetto! Erisittone aveva fama di essere un godereccio nel cibo… Demetra infuriata per il disprezzo che manifestò per la Natura, lo condannò ad avere una fame insaziabile, ma talmente insaziabile che dovette vendere tutti i suoi beni per procurarsi cibo, ma non bastando finì per divorare se stesso!!!!

Ora la morale è chiarissima, l’uomo distruggendo la natura distrugge se stesso.

Vi lascio con un’indicazione, provate ad abbracciare il tronco di un albero, anzi, portate i vostri figli, e fateglielo fare…la sensazione che si prova è di abbracciare la vita intera e un senso di pace vi pervaderà.

la vostra psico-terra-peuta :)

edwigemormile.com

chamont 006

“Trallalà trallalà ….Ho trovato un Uovo in Giardino!

Auguri, Auguri …. Proprio di un uovo oggi vi racconto, l’uovo della Pasqua e della Vita …. vi chiederete cosa hanno a che fare i giardini con le uova, ebbene rimarrete sorpresi!
Il cerchio come molti sanno rappresenta l’infinito e per antonomasia l’infinito è Dio, da qui la forma ellissoidale dell’uovo nell’antichità portò molto facilmente all’attinenza: attinenza e somiglianza imperfetta proprio come il mondo embrionale e in divenire: la cultura monastica riprese questa simbologia e la ricreò letteralmente nei suoi Chiostri, dando origine nell’immaginario e nel reale terreno, al Paradiso terrestre, quando visiterete un chiostro di un’ abazia medievale prestate attenzione alla prima aiuola che vi si porrà innanzi, la prima ricordate! Perché proprio in questa c’è la simbologia dell’uovo, della nascita, della vita.
L’aiuola, là dove preservata dal restauro, simboleggia il mistero della Creazione del mondo, e quindi dell’uomo, l’asse maggiore che l’attraversa, il vialetto, è rettilineo, simulazione della “retta via “ dantesca,quando il visitatore la percorrerà non si dimentichi che sta calpestando un tratto del Cielo giunto sulla terra: Dio si è fatto uomo ed è tra di noi nellaVita Eterna

Albero+della+vita++-+Pacino+di+Buonaguida+-+1305+-+1310+(Copia)
Ai poli estremi dell’aiuola – uovo, i due alberi: l’albero della Vita e quello della Rivelazione, ma non vi svelerò quali siano … quello che oggi, in questa giornata particolare di festa e di vita ci interessa è l’uovo ritrovato, quello che bendiamo sulle nostre tavole, quello che regaliamo ai nostri bambini, quello che dà alla luce i gialli e teneri pulcini, mi piacerebbe immaginare un racconto simile ad un bambino, tra realtà e fantasia, tra simboli e credenze, qualcosa che oscilla tra la fiaba e la vita … tra un “baffo “ di cioccolato e l’altro …Buona Pasqua a tutti
Edwige Mormile
La vostra psico -terra- peuta 

Reggia di Portici – Giardino segreto –

 Reggia di Portici

          “Giardino Segreto e il cammino ritrovato”

   Il percorso proposto in occasione della visita alla reggia di Portici, è senza dubbio molto affascinante, e non solo perché trattasi di una bella passeggiata nel parco poco conosciuto di questa residenza Borbonica ed il suo relativo orto botanico, ma perché butta lì, quasi per caso, tematiche come il Giardino segreto, il Bosco, l’Orto botanico …. ebbene siete pronti? Perché è un vero e proprio viaggio, attraverso millenni di storia: innanzi tutto ricordatevi della reggia di Versailles, e tenetela ben presente, siamo nel 1662, e da lì in poi ogni parco, giardino, residenza non fu più a prescindere da essa  … divennero simbolo di potere,emblema della sovranità sulla natura e sul mondo, è così fu anche per la bellissima reggia di Portici, 1738, ed il suo parco.

francia_86gsn.T560

Giardini di Versailles

I giardini settecenteschi, la Reggia di Portici, sono la summa e l’evoluzione dei giardini Rinascimentali, passando attraverso i simboli dei giardini medievali, il fasto e l’opulenza dei parchi barocchi che li hanno preceduti, per approdare, infine, alla visione paesaggistica e romantica dettata dalla democratica Inghilterra. Vedrete allora  inseguirsi, assi prospettici, elementi per definire lo spazio, per esempio il viale centrale che conduce alla Reggia, perfettamente integrato con la natura circostante, ed ancora le fontane, le statue … ma questi elementi vengono talmente assorbiti che si liberano per ritornare alla Natura, apparentemente selvaggia, dando la sensazione di un finto spettinato, ,malinconico, ameno, ma il discorso ci porterebbe troppo lontano…ed allora, guardate con occhi particolari questo parco, e quando visiterete il Giardino Segreto, ricordatevi che trae origine dall’Hortus Conclusus Medievale: la rappresentazione in terra del Paradiso, laicizzato nel ‘500, legato al suo aspetto erotico dell’amor cortese, era una vera e propria “stanza verde”, dove il Principe in gran riservatezza si ritirava, zona privata e protetta per dedicarsi ai propri svaghi … In ultimo ma non tale l’orto botanico: creato nel 1872 risponde ai dettami dell’epoca, strada dotta, luogo di raccolta di piante rare provenienti da ogni dove, ma sapete che cosa rappresentava circa 1000 anni prima … ma questa è un’altra storia da narrare … che merita un momento a sé … al prossimo appuntamento

Edwige Mormile La vostra psico-terra-peuta ;)

giardino