I compagni di viaggio in questo bel romanzo sono insoliti, apparentemente assenti o dietro le quinte sono in realtà i veri protagonisti: la notte, pink floyd, la nemesi, e l’oscurità di un’anima, quella vera, lucida, calcolatrice, non c’è ricerca, la dimensione è nichilistica e profetica: un uomo di età indefinibile, potrebbe essere di mezza età, disilluso e polveroso, o, invece, giovane… ed è giovane, ed ha in sè la morte, ancor prima che si annunci…l’amore letterario: impossibile e distruttivo:
Fluida la narrazione, scarnificata ed essenziale va dritta all’obiettivo, fa male.
il dolore di un giovane, di cui nulla si sa, probabilmente ha alle spalle una sbiadita famiglia piccolo borghese, tanto tranquilla da consegnarlo ad un nulla…non c’è luce, non ci sono approdi, non ci sono percorsi, non ci sono individui, solo ombre macilente e surreali.
Fotogrammi rubati al cinema… “Via da Las Vegas” …ecco lì prende forma…
Non può vivere perchè ha in sè la morte.
Ossa rotte
Gabriele Proglio