I classici, i classici…la nostra anima vive di totem, di archetipi, essi vivono di luce propria, e non risentono del tempo…che passa…che muta, sono quei libri che catturano le metafore dell’anima, in ogni dove ed in ogni tempo.
Come non avvicinarsi alla tragedia greca, è l’essenza del tragico, così vicina all’uomo del nostro tempo, allora come oggi l’essere umano ha bisogno di dare un senso alla vita, in vista della morte, ma, Dio? l’uomo antico non aveva percezione dell’anima, la morte era implosione ed esauriente…allora come la mettiamo? La tragedia non è un genere letterario ma la summa della grecità, e mai in epoca cristiana un’opera tragica raggiunge la stessa essenza, perché è sottesa la prospettiva della salvezza!
Proprio la dimensione ottimistica dell’occidente cristiano ha spazzato via il senso del tragico greco, lo scacco finale ed ineluttabile.
” senza tempo” sono quegli scritti che appartengono non ad un’epoca culturale o storica ma ad una condizione della psiche, sono qui libri che hanno colto la simbolica, ancestrale ed archetipa, a cui per esempio il tragico ed il suo senso appartiene, nonostante la nostra cristianità e il senso salvifico.All’interno delle opere tragiche le figure che si muovono sono eterne come eterni i demoni tragici che abitano la nostra psiche,e che, cercano con maestria i loro totem all’interno di quelle opere senza le quali non troverebbero e parole per esprimersi.
Il dolore e la sofferenza per esempio nella “Montagna incantata” il sanatorio di Thomas Mann, la malattia…ma i malati veri sono lì in fondo alla valle, i sani.
Oppure che ne sappiamo del sotto della nostra coscienza se non ci siamo mai addentrati “Nelle memorie del sottosuolo” qui Dostoevskij è spietato e nudo. O del senso di nausea che Sartre proprio nella ” Nausea” ci fa avvertire, che si placa solo alla sera quando “io e le mie cose usciamo”…al buio.
E che ne sappiamo della guerra e della pace così mirabilmente narrata, descritta, respirata, affrescata, attraverso le vicende dei personaggi, “Guerra e Pace” di Lev Tolstoj, sarebbero due paroline da notiziario…
Eccoli e tantissimi altri, coincidono con i reconditi della nostra anima, dove scorrono i nostri pensieri, paure, sentimenti, vertigini, emozioni, demoni, che, grazie a quei “senza tempo, classici, trovano i sentieri per esprimersi e venire alla luce.