Andando a passeggio per Napoli in una assolata giornata di giugno, mi sono imbattuta nel Chiostro di Santa Chiara, tralasciando tutto il resto, mi sono precipitata all’ingresso: lostupore e la pace è stato un tutt’uno, ma al di là della bellezza del maiolicatoNapoletano, il mio sguardo è stato catturato dalle aiuole, ed in un attimo secoli si sono accavallati, intrecciati, confusi … siamo nel I sec. A.C. al sorgere dei primi Horti, vere e proprie aree verdi all’interno delle Ville, luoghi di piacere dove i ricchi Latini si rifugiavano per sfuggire allo stress quotidiano dei grandi centri urbani, e provate a immaginare, qualcosa molto vicino alla meraviglia di Santa Chiara, passeggiavano sotto i porticati affrescati, leggevano poesie, chiacchieravano di arte, ma ciò non sarebbe stato possibile senza quelle famose aiuole che vedete: doveva essere un percorso dei sensi, che passava dall’olfatto, ed allora lode alle aromatiche ed alle rose antiche, dal tatto, lode agli alberi da frutto, dal sapore, lode agli ortaggi, e per ultimo la vista, lode ai colori … e proprio qui fra una rosa ed un cavolo dissertavano Cicerone, Giovenale, alla ricerca di un benessere psico-intellettuale che diede origine al famoso “Otium”latino … era il tempo in cui pensare era un modo di vivere, ed il filosofo era anche psicoterapeuta.
Da quel momento in poi gli horti (al plurale vuol dire proprio giardino) divennero il lascito dei più grandi giardinieri e in seguito paesaggisti, perché qualsiasi manifestazione della Natura, anche attraverso la mano dell’uomo, non deve solo funzionare, ma emozionare.
Spero la prossima volta che mi recherò al Chiostro di Santa Chiara, di trovare qualcuno che “Otia”, per ritemprarsi in una pausa pranzo, per mettere a fuoco un pensiero, o solo per accarezzare qualche foglia di salvia…
Edwige Mormile il vostro psico-terra-peuta