Mi chiamo Costanza, sono giovane, ma già le cose della vita mi hanno ferito…molto e profondamente…ma io sono forte, ed ho il coraggio, quello vero, quello che da la mano alla paura quotidianamente, ho la determinazione, quella vera, quella che guarda allo specchio la fragilità, i dubbi.
Mi chiamo Costanza e so che l’amore è importante, ma solo dopo di me, altrimenti non sarebbe vero.
Mi chiamo Costanza ed una volta al mese torno a casa dei miei genitori, torno al mare della mia città, torno ad una casa atavica, metaforica e uterina…
Mi chiamo Costanza e so che il dolore, quello vero, non urla, non conosce vittimismi e pietismi, ma lotta va avanti ed aggiunge un pezzettino alla volta…
Mi chiamo Costanza e sono una donna.
“…però il mare mi restituisce sempre da quella frattura epica che l’esistenza con il suo buio, le sue urla, le sue angosce provoca…è una posizione in orizzontale, che placa e quieta, spesso penso al più grande libro che mai sia stato scritto sul mare..l’Odissea, mai sarebbe potuta essere scritta senza il mare, simbolo del passaggio attraverso la vita…e del “folle volo” il mare, il liquido amniotico a cui ritorniamo, per me non è sfida e confronto ai confini del mondo conosciuto, quello nostro mentale, ma il Gran Ritorno alla casa del Padre…”(cit.Il viaggio oltre la metafora Edwige Mormile)
Perchè leggerlo?
La narrazione è fluida, scorrevole, piacevole, i temi trattati sono dettagliati, la dovizia dei particolari rimanda ad una traccia autobiografica.
L’autore è una donna, che ha la capacità di trattare temi affettivi e sentimentali senza pietismi, senza banalità, con grande lucidità, in modo verticale e scarnificato.
Tutto il tracciato emozionale non piange ma soffre, muto.
bellissimo leggetelo!
Titolo | Metti le ali alla tua libertà |
Autore | Cira Di Feo |
Editore | Kimerik, 2015 |