La Grande Madre Russia è immensa! raccoglie in sé l’umanità, le religioni, i paesaggi diversi, ed è tutto così multiforme e variegato che viene spontaneo chiedersi come può essere un unico Paese…Mongoli, Caucasici, Euroasiatici, Siberiani, Baltici, Greci della Crimea, pallide donne Carcasse, turchi dal cappello di astrakan, suore ortodosse, bei visi, di un popolo che ha conosciuto la sofferenza come pochi altri.
Zuleika è essenziale, proporzionale alla sua minuta e granitica figura, perfino le parole sono parche, ma il suo pensiero è fulminante, pragmatico, acuto…armato alla sopravvivenza: a un marito-padrone, a una suocera sadica, al gelo, alle malattie, ai lutti…ci insegna che si può sopravvivere a tutto…sopravvivere…
gli occhi di Zuleika sono enormi obiettivi per una ripresa cinematografica, un affresco sulla Russia che sta divenendo Unione Sovietica, i grandi stravolgimenti della storia che riportano allo status quo, cambiano solo i Padroni, più crudeli, più arrabbiati, più spietati…
Una lettura paratattica, lucida, appassionante dove il fil rouge della protagonista funge solo per illuminare gli altri protagonisti, tratteggiati finemente e animati di una potente vita propria.
Non è un romanzo d’amore, no, lo renderebbe banale e non credo sia questo l’intento, è un romanzo storico dove date, politica, battaglie costituiscono la quinta, una quinta ingombrante e silenziosa che dialoga con ogni personaggio.
Da leggere! Bellissimo!