Un romanzo, uno spaccato di un’epoca, dalle pagine scritte, si odono le voci che cinguettano, il profumo dei biscotti appena sfornati per l’ora del tè, il frusciare delle vesti, i desideri, le delusioni, non solo di fanciulle di fine ‘800,ma, il sogno di una Società alla fine, a cavallo fra due secoli.
Una famiglia che dà origine ad una vera e propria saga, è ispirata alla storia biografica dell’autrice, ma la penna sagace e selvaggia di Rebecca West la rende musicale, cinematografica, poetica…ci perdiamo ad un ceto punto, e ci pare di ascoltare il violino maldestro di Cordelia, o di vedere gli sguardi persi e preoccupati di Clare la mamma… volta a preservare le apparenze di una classe sociale in declino, e a mettere insieme il pranzo con la cena…
Un dipinto: festoso, lirico, tutto trova una collocazione gioiosa, il Natale, poverissimo e prezioso, gli abiti per le gemelle rifatti di nascosto da Clare, utilizzando, a sua volta, i suoi stessi dismessi… le ore di Piers, il papà, nello studio ad intagliare il legno per le case delle bambole, i piccoli doni, pensati, per l’amatissima cugina Rosamund… ed intanto il pentagramma volteggia in tutta la vecchia dimora…
Isabel Fairfield, questo il vero nome di Rebecca, scrive sotto pseudonimo, grandissima scrittrice, a ragion veduta considerata fra le più grandi…un gigante della letteratura inglese, il periodare è fluidissimo, tagliente, ricco di aggettivi, dei quali tutti essenziali in un gioco continuo di sfumature caleidocopiche.
Da leggere a piccoli sorsi, per assaporarlo, e gustarlo: ogni pagina riserva una sorpresa, non di accadimenti veloci ed incalzanti, è lo slow life che impera, ma di sfumature poetiche e liriche di vita quotidiana.
in una parola – bellissimo-