I miei processi creativi iniziano sempre da una passeggiata, il camminare mi fa pensare, mi quieta, raccolgo immagini,ma, soprattutto emozioni e sensazioni, i miei luoghi appartengono all’anima: la natura, un parco, un viale alberato.
Sono frammenti, un ramo, una foglia mossa dal vento, il suo colore autunnale che sempre anno dopo anno mi stupisce e rapisce, gli alberi, tanto amati… tutto è lì per ricordarci di guardarli, perché la natura si fonda con lo spirito, in un paesaggio ideale e reale, così come è reale la fragilità umana.A questo serve la Natura, a ricordarci il nostro rapporto con la vita.
Ed allora su e giù nel Parco di dove abito cerco la pace, quella che vibra dentro che ti illumina lo sguardo, che ti da quel mezzo sorriso ebete e distaccato sul viso, che ti fa fare progetti e sogni, e allora mi ricordo che cammino per ispirarmi, per il terrazzo da rimettere in ordine o il giardino che così non mi piace… o meglio non mi emoziona… ma poco importa, infilo gli auricolari, continuo a camminare sempre su e giù ,seleziono Bach, le Variazioni Goldberg e mi allontano sempre più.
le inseguo ad una ad una, sono trenta, nulla è più vicino a Dio nella musica di Bach, iniziano piene di luce, poi si adombrano e si inquietano, emotive e distoniche proprie come l’uomo, poi risorge e si ritrovano nella conclusione, l’ultima aria pare uguale a quella iniziale, ma non è così siamo diversi noi non più come prima.
Il sole è tramontato, l’aria è più fredda annuncia quasi l’inverno, c’è pace finalmente, possiamo ritornare.