Quando pioveva la pietra assumeva quel colore sbiancato e slavato,tutto era più terso e non solo l’aria,dalle piante si disperdeva il profumo dei gelsomini,dei lillà,della pietra bagnata, delle foglie spicciate sulla pietra, era bello uscire fuori dopo quei temporali primaverili,annunciavano l’estate.
Era il tempo delle fragole.
Il cielo blu cobalto, era striato dalle rondini, che in quella stagione dell’anno migravano, si rincorrevano,urlavano…
Lui, avrebbe voluto fare un lavoro per cui poteva camminare, perché passeggiando quel cielo sarebbe stato sempre lì, sopra la sua testa, quel cielo che così di rado era nel suo cuore..
E poi arrivava, liberatoria e carica di speranza, la fine di quella giornata,lo strappo senza troppo dolore, e di nuovo le rondini…il cielo,la malinconia,magico regalo di una vita piena di vita..ed allora il cielo arrivava nel cuore,arrivava anche il sonno, per terra,sotto il profumo dei gelsomini e delle zagare, l’abbandono era grande e lui si addormentava come un bambino stanco dei giochi diurni…
Era di nuovo il tempo delle fragole.
E’ strano come gli oggetti riescano a trattenere il divenire, dando di conseguenza la certezza del loro stato, che pensieri…con un occhio semiaperto, guarda la ciotola delle erbe aromatiche, e le api che non abbandonano la lavanda, la stanza, immersa nella penombra, un limbo di pace, e piedi nudi che cercano la frescura del pavimento, sì era il tempo in cui si poteva avere tempo ed il riciclo dell’esistenza lontano, il campanile scandisce l’Angelus, assordando tutti i vicoli intorno, e quando passeggiava fra quei
La gattara… che personaggio, provvedeva a loro, il medico le aveva detto che doveva camminare, per le sue gambe stanche e malandate, e lei lo aveva preso in parola, camminava.. dietro tutti i gatti del borgo, vecchia, curva, con una crocchia di capelli che scappavano da tutte le parti miagolava anche lei… portando cibo, che sporcava, secondo i benpensanti del borgo, ma lei continuava…a provvedere ai suoi mici..
E’ passato molto tempo, i gatti non ci sono più, neanche la gattara…neanche i campanili, e neanche il cielo…
