Il Giardino come meditazione

Sicuramente questo non appartiene all’Occidente, e soltanto il giardino paesaggistico ottocentesco ne è veramente una pallida rievocazione.

Innanzi tutto alla meditazione è necessaria l’essenzialità, sì sì proprio tutto quello che togli, che minimizzi, proprio perchè l’interiorità legittima l’esistenza di un giardino, ossia anche nei giardini orientali esistono i laghi, le collinette ma sono evocati da uno stato d’animo.Ora,io credo, che se il giardino viene sentito come un’estensione di sé, del proprio corpo oltre la percezione che abbiamo di noi, allora la cura di sé e del giardino possono essere messi in relazione:noi e il giardino abbiamo dei canali dove scorre energia, ed è proprio nel riequilibrare tali tensioni, cercando l’armonia, che troviamo finalmente l’equilibrio.Ecco perchè gli orientali in questo sono veramente dei maestri, l’elemento decorativo è solo un pretesto per evocare uno stato d’animo.

Pensate a questo: nel giardino occidentale, qualsiasi epoca abbracci, lo scenario è creato per l’uomo, viceversa qui l’anima anela al giardino per attuare una simbiosi contemplativa, il sacro non si è secolarizzato e le divinità sono tutte presenti all’appello: acqua, terra, roccia,aria, sono ancora archetipi universali, non esiste un dentro fuori ma è tutta una comunicazione,un’integrazione sottolineata anche dalla scelta dei colori, mai squillanti e chiassosi, ci sono gli ocra, i verdi, i grigi, i bianchi…

Tutto è volto alla concentrazione, all’astrazione, al pensiero, al riposo… Di qui il passaggio innegabile è la bellezza, quali sono i canoni? sono soggettivi o oggettivi? tutto è permesso? Cosa posso rispondervi, se non attraverso la mia esperienza sensoriale? il bello è oggettivo, è basato su delle armonie e chimiche che si creano, l’incanto dei giardini orientali è proprio la loro leggerezza, la scelta quasi monocromatica dei colori, le sfumature tono su tono, il surreale che riescono a trasmettere, il senso di ospitalità, la facilità di attraversamento,il senso della vita, si dice che quando un giardino si autoriproduce sia perfetto,la perdita … di sé, lì ti astrai e sei in un altrove….

Pensate alla bellezza degli scaccia-spiriti, appesi ad un albero, o ad un arbusto, che meraviglia quando il vento ci passa in mezzo e riesce a parlarvi…calma l’anima e risveglia l’attenzione.

Ecco cosa abbiamo perso, tutti presi dal giardino a bassa manutenzione,o dalla siepe tutta uguale, a se stessa ed al vicino di casa, abbiamo dimenticato che il giardino è uno spazio per ospitare i fenomeni della Natura.

Edwige MormileDSCN4194

Giardino di Ninfa- Tra Cavalieri e Castellane-

E’ da tempo che volevo scrivere di Ninfa, Ninfa che è posto in un immaginario collettivo, voglio dire, che se pensiamo ad un giardino, o se lo immaginiamo, appare Ninfa, la prima volta che ne sentii parlare, fu da Donna Isabella, una mia carissima cliente e sopratutto mentore di Giardini, la sua esistenza condotta fra viaggi in Inghilterra e in Nord Europa la portò per magia fino a me, per illuminarmi di botanica  e di altro…

Ninfa nacque attorno al 1100 come un vero e proprio borgo con tutto il necessario per vita di tutti giorni compreso un castello ed una chiesa, ma senza perdersi nelle guerre fratricide che la contraddistinsero, appartiene da sempre ai Principi Caetani,

All’inizio del secolo cominciò il recupero e la bonifica di questo luogo incantato,credo che Ninfa sia uno dei siti più belli al mondo, e non credo di esagerare.. qui le innumerevoli specie botaniche, provenienti da tutto il mondo si mescolano con le rovine e i ruderi … nulla di più Romantico(in senso letterario ovviamente) e struggente, la storia qui mormora sottovoce ed il paesaggio sembra dipinto da un impressionista, ponti diroccati circondati da pennellate magistrali: viali di lavande, rose che si inerpicano sui ruderi facendoli rivivere, aceri palmati,fiammeggianti, che cascano nell’acqua, che si alternano a quelli con chioma  dorata, anelli di tillandsie che si abbarbicano come cerchi su tronchi inerti…..

Bellissimo e magico…certamente va ricondotto accademicamente al giardino paesaggistico, e al suo più dotto, botanico, ma, a mio, avviso, questo luogo è diverso, appartiene ai sogni,agli incantesimi, ai cavalieri, alle castellane, appartiene ai millenni di storia che lo hanno attraversato, e nulla ha del patinato, delle epoche prima che hanno dettato legge in quest’arte, Ninfa è rimasto nascosto, respirando di aria propria, non è un incantesimo?

Ah dimenticavo si trova a Cisterna di Latina….

🙂giardino di ninfa