La foto del giorno

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Rivendicazioni, Paestum 2016 

Photo Luca Daniele 

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La foto del giorno

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Lotta interna, Avellino 2016

Photo Luca Daniele 

Pasquetta: gite fuori porta, qualche suggerimento!

Se il tempo ci grazierà sarà bello armati di panierino e tovaglia a quadretti riscoprire qualche bel parco della nostra bella Italia: con l’occasione molti dei Giardini importanti si sono rifatti il trucco, il primo che vi voglio segnalare il bellissimo belvedere di Parco Savello, o meglio conosciuto con il nome del Giardino degli Aranci, anche secondo più bello e poetico, sono proprio gli aranci amari, per intenderci quelli da cui si estrae per distillazione il Neroli, uno dei profumi più raffinati ed esclusivi conosciuti, che popolano questo bel giardino, strappato dall’incuria e dagli atti di vandalismo, recuperato all’interno di un progetto “Roma mia”, dove? … nella città eterna, ovviamente, e per la precisione nell’antica strada di Clivo di Rocca Savella.

Sempre nei dintorni, in provincia di Viterbo, imperdibile l’apertura con l’occasione dei Giardini di Bomarzo di cui già vi raccontai(https://edwigemormile.com/2015/04/09/i-giardini-di-pietra/), magici ed esoterci.

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Sempre nella città eterna è possibile visitare l’unico giardino giapponese esistente in Italia, con tutti i simboli ricorrenti, le cascate, le isole, le rocce, le montagne.

per maggior informazioni è necessaria la prenotazione http://www.jfroma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=42&Itemid=32&lang=it

Scendiamo un pò più al Sud nel Parco Nazionale della Sila, dove è possibile portare il vostro amico a “4zampe, “respirare aria incontaminata, per bellissime passeggiate

E per concludere nei giorni del 27 e 28 marzo la Principessa Caetani predispone l’apertura dei giardini di Ninfa esempio fra i belli per il paesaggismo in Italia, https://edwigemormile.com/2015/06/21/giardino-di-ninfa-tra-cavalieri-e-castellane/

I Giardini di Ninfa apriranno il 27-28 marzo
per info e prenotazioni

-caetani.giardinodininfa@panservice.it
-oppure a caetani.monumentonaturale@panservice.it

Buon divertimento ai grandi e piccini

la vostra psico-terra-peuta :)

edwigemormile.com

Prologo

Vedendo Nero su Bianco, uno speciale del TG1, segnalatomi da una persona a me cara, ho potuto apprezzare un programma ben fatto che ha raccolto testimonianze da grandi fotografi che hanno lasciato numerosi insegnamenti e indicazioni su come fare fotografia, e ho capito ulteriormente quel che mi ha trasmesso immediatamente questa realtà visiva che mi ha invaso fino a sorprendermi: la complessità di un’arte che vive di semplicità.

La semplicità che ritrovi nella vita di tutti i giorni, ma che devi sentire e attraversare cercando di capire fino in fondo per immergerti in una realtà che vuoi trasmettere senza filtri. Come diceva Henri Cartier Bresson, ci vuole occhio, cuor e mente per scattare una foto che possa trasmettere, raccontare o per lo meno emozionare. Il senso del vivere la fotografia come l’ho sentita da subito è raccontare, senza dover per forza inseguire la perfezione tecnica della foto pura e semplice che toglie invece di completare; è un atto di libertà che può donare ad ogni foto la sua vera anima, non controllata fino all’eccesso da una spasmodica ricerca della perfezione, che non esiste men che meno nella vita.

E’ la ricerca di una magia che riesci a creare e sentire che rende la fotografia diversa da ogni forma d’arte, perché ti lascia render conto davvero in quell’attimo quanto sei stato felice. L’esperienza fotografica per me è stato dapprima un rifugio, un modo per parlare senza esser visto, in un momento della mia vita in cui ho preferito far venir fuori solo l’anima con le sue amarezze e mancanze, senza aggiungere molto altro. Questo modo di esprimersi ha un rischio però, e la comprensione è di pochi, purtroppo; col tempo ho compreso, o almeno cerco di comprendere cosa è adesso e cosa sarà per me questa forma di espressione comune, ma che di comune può avere molto poco. Ma questo lo rivelerò nel prossimo appuntamento…per ora vi lascio osservare la foto che mi ha fatto provare le prime emozioni coscienti nei confronti di una foto in bianco e nero.

A presto.

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Henri Cartier Bresson, Palermo

Prologue

Seeing Black on White, a special TG1, thanks by a person dear to me, I could appreciate a well-made program that has collected testimonies by great photographers who have left many teachings and directions on how to do photography, and I understand further what it immediately sent this visual reality that invaded me up to surprise me: the complexity of an art based on simplicity.

The simplicity that you find in the life of every day, but you have to feel and go through trying to figure out the way to immerse yourself in a situation you want to convey without filters. In the words of Henri Cartier Bresson, it takes eye, heart and mind to take a picture that can be transmitted, or at least tell excite. The sense of living photography as I heard it from the start is to tell, without having to chase the technical perfection of the pure and simple photo that instead takes to complete; is an act of freedom that can give each photo its true soul, not excessively controlled by a frantic search for perfection, that there is no less than less in life.

And ‘the search for a magic that can create and feel that makes it different photograph from every form of art, because it really leaves you to account for that moment because you were happy. The photographic experience for me was at first a refuge, a way to talk without being seen, in a moment of my life when I decided to bring out only the soul with its disappointments and failures, without adding more. This mode of expression is a risk, however, and understanding is of a few, unfortunately; with time I understood, or at least try to understand what is now and what will be for me this form of common expression, but that the municipality may have very little. But I will reveal in the next round … for now I leave you view the photo that made me try out the first conscious emotions against a black and white.

See you soon.

La foto del giorno

@Luca Daniele-8466

Frammenti, Avellino 2016

Photo Luca Daniele 

La foto del giorno

@Luca Daniele-7842

Fiaba metropolitana, Eboli 2016

Photo Luca Daniele 

“Trallalà trallalà ….Ho trovato un Uovo in Giardino!

La Pasqua e i suoi simboli non cambia .. eccoli ❤

ZETALAFORMICA

“Trallalà trallalà ….Ho trovato un Uovo in Giardino”

Auguri, Auguri …. Proprio di un uovo oggi vi racconto, l’uovo della Pasqua e della Vita …. vi chiederete cosa hanno a che fare i giardini con le uova, ebbene rimarrete sorpresi!
Il cerchio come molti sanno rappresenta l’infinito e per antonomasia l’infinito è Dio, da qui la forma ellissoidale dell’uovo nell’antichità portò molto facilmente all’attinenza: attinenza e somiglianza imperfetta proprio come il mondo embrionale e in divenire: la cultura monastica riprese questa simbologia e la ricreò letteralmente nei suoi Chiostri, dando origine nell’immaginario e nel reale terreno, al Paradiso terrestre, quando visiterete un chiostro di un’ abazia medievale prestate attenzione alla prima aiuola che vi si porrà innanzi, la prima ricordate! Perché proprio in questa c’è la simbologia dell’uovo, della nascita, della vita.
L’aiuola, là dove preservata dal restauro, simboleggia il mistero della Creazione…

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La Bellezza,forse, ci salverà…forse – Il Parco Pubblico –

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E’ così “normale” per noi passeggiare in un parco pubblico, entriamo,usciamo, sostiamo,mangiamo,beviamo,giochiamo,ci baciamo, ci teniamo per mano,portiamo i nostri bambini…

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Ma è relativamente breve il tempo in cui ciò è stato possibile, ossia la “ creazioni dei parchi pubblici,” o meglio il loro accesso al popolo è recente: prima la Francia a fine del ‘700 e poi la democratica Inghilterra a metà del XIX sec.

Procediamo con ordine: i Parchi prima di tale data erano appannaggio e proprietà del Clero e dell’ Artistocrazia, con i disordini continui e le pressioni sociali, prima, e con la confisca dei beni,  dopo, furono resi pubblici.

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Una sorta di Illuminismo e Modernismo insieme rese questo progetto all’avanguardia :il parco restituiva una sorta d’immagine, illusoria, di armonia sociale, si sperava che il divertimento, lo svago, il relax all’aria aperta, la frequentazione del bello, costituisse una strategia allo sfogo delle tensioni della vita quotidiana, un antidoto antirivoluzionario! (Già Re Sole apriva le porte di VERSAILLES una volta al mese al popolo, potevano visitarla,viverla, mangiare portandosi i panieri, unica, conditio  sine qua non, era l’igiene! Ebbene sì dovevano giungere puliti,lindi e pinti!)

Parigi è stata una delle prime città europee ad offrire il verde ai propri cittadini, le Tuileries, tenendo sempre presente un’esigenza di controllo sanitario e sociale della crescita urbana,ma solo a Londra,più tardi,assume una forte connotazione sociale, una specie di riscatto per le classi più deboli, i giardini urbani diventano zone in cui creare,favorendo l’incontro fra classi sociali differenti, dei codici di comportamento,assimilati dal proletariato specchiandosi nella borghesia nascente , che a sua volta, li aveva mutuati dall’aristocrazia: affascinante il termine abusato “ snob” che altro non è che la contratio di sine nobilitate: ovvero le classi ricche emergenti,borghesi , professionisti e commercianti che emulavano  l’aristocrazia … ma senza appunto nobiltà!

Affascinante come il paesaggio e la sua storia sia uno specchio sociale, economico, così che i nostri “abusati” parchi già alla loro nascita costituivano uno scenario teatrale, animato da marionette che si scimmiottavano a vicenda.

Ora come ora è difficile, verificare se la bontà di questo progetto nato qualche secolo fa ed estremamente innovativo ha funzionato … passeggiamo  nei nostri bellissimi parchi e per terra ci sono bottiglie di plastica, mozziconi di sigaretta, a volte siringhe, carte e cartacce, bottiglie di vetro…

Mha !!! Che dire! Il Parco privato, diventato pubblico ,voleva proprio l’opposto: educare al bello, pensando già allora che la bellezza era l’unica via di scampo alla barbaria!

La vostra psico-terra-peuta

edwigemormile

:)

Perché un orto botanico? – Real Orto Botanico di Napoli

Perché, prima di tutto, un orto botanico? Affonda radici profonde la risposta, ai giorni nostri le medicine sono di facilissima reperibilità,fin troppa!

Molto,molto,moltissimo tempo fa così non era: qualsiasi medicamento era costituito da” Semplici” (da cui Orto dei Semplici) piante, animali e pochissimi minerali, quindi attorno alla metà del XVII, e per molti anni a seguire la cattedra  di botanica alla Sapienza di Roma era affidata ad un lettore dei”Semplici”…

Si andava a scuola all’aria aperta da un raccatta piante nell’orto: qui si formavano medici, farmacisti.

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Ecco svelato il mistero del perché dell’orto botanico! Abituati al giorno d’oggi a concepirlo come una manifestazione di esotismo, presente nella misura in cui si inserisce in un contesto culturale legato,appunto,ai viaggi di fine ‘800 ed inizio ‘900, che abbracciava tutte le arti figurative e scultoree,ora rappresenta,una sorta di enciclopedia naturale: saper distinguere una specie da un’altra, la loro virtù, l’alternarsi delle stagioni … e, forse, quando passeggeremo in un bosco avremo fatto esperienza..perchè a questo serve,al giorno d’oggi, un Orto Botanico.

Il Real Orto Botanico di Napoli non sfugge ora, e, non è sfuggito all’inizio del  XIX sec.  a questa regola:

Ovviamente, il concepimento della sua idea risale a molto tempo prima, all’epoca del sovrano illuminato,

Ferdinando IV di Borbone ,voluto e pensato per l’istruzione pubblica e per la divulgazione e protezione delle spezie utili alla salute.

Con gli anni si arricchì notevolmente di specie vegetali, fino a 9000! A tutt’oggi il Real Orto di Napoli si colloca fra i più antichi e ricchi d’Europa; per non parlare della struttura architettonica, ricchissima : la facciata monumentale, il viale centrale, e la “Stufa Temperata” che si distingue per il meraviglioso colonnato dorico!

Potrete fare una colazione, una passeggiata nell’intervallo di pranzo, e come sono solita dire, un luogo dove adagiare pensieri.

Allora non perdiamocelo questo gioiello scientifico ed architettonico, l’ingresso è gratuito, come dovrebbe essere la cultura, e si prenotano anche visite guidate.

La  vostra psico-terra-peuta!

:)

edwigemormile.com

Fiabe dell’Orto…Botanico a Napoli

Ritornano le Fiabe dell’Orto Botanico di Napoli che si terranno per tutta la durata della primavera 2016.

L’Orto farà da sfondo agli allestimenti itineranti e interattivi organizzati dalla compagnia di attori che metterà in scena diverse favole per far vivere dal vivo a tutti i bambini delle vere atmosfere da sogno.

Le fiabe sono tra le più famose ed amate di tutti i tempi, che sicuramente tutti da piccoli abbiamo ascoltato, letto ed amato. Tra le tante ritroveremo Alice, Artù e Merlino, ed altri famosi personaggi del mondo fantastico dei racconti per bambini.

Ad avviare il progetto l’Associazione I Teatrini in collaborazione con l’Università degli Studi “Federico II“.

Programma de Le Fiabe di Primavera 2016

Il popolo del bosco

12-13 e 19-20 marzo
Dei buffi abitanti del bosco ci accompagnano nel loro mondo, ricco di bellezze naturali da proteggere e ci racconteranno storie, miti e curiosità sulla vita del bosco.

Come Alice…

2, 3, 9, 10, 16, 17, 23, 24 aprile
Come Alice …
Gli strambi personaggi di Alice nel paese delle meraviglie ci aiutano a cercare Alice che è misteriosamente scomparsa nel bosco.

Artù e Merlino
14, 21, 28 maggio e 4, 5 giugno

Artù e Merlino
I due personaggi ci faranno esplorare i segreti del mondo naturale, a cui il giovane Artù viene introdotto dal potente Mago, suo maestro e precettore. Ci saranno anche delle streghe laureate a Benevento, la città delle maghe.

Le Favole della Saggezza
7, 8, 14, 21 e 28 maggio

Verranno raccontate le fiabe con ‘la morale finale’ quali La volpe e l’uva, La volpe e la Cicogna, Il Lupo e l’Agnello, La volpe e il Corvo, La Cicala e la Formica, La Lepre e la Tartaruga, Gli animali malati di peste, Il lupo e la gru.

Quando: dal 12 marzo al 5 giugno 2016, vari appuntamenti
Orario: alle 11
Dove: Orto Botanico di Napoli, via Foria 223
Prezzo biglietto: 7 euro
Contatti: 0810330619 | lascenasensibile@libero.it  sito I teatrini.
Prenotazione obbligatoria

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